CONSIGLIO COMUNALE

SEDUTA DELL’ 1 FEBBRAIO 2010

Oggetto:

Mozione in data 15.01.2010 (P.G. 2858) presentata dal consigliere comunale Giacomo Vaciago relativa a: "Mozione di revoca Vice Sindaco". RESPINTA.

GC/RT VERBALE N. 18.

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Sono intervenuti:

- Carini Ernesto pag. 1

- Vaciago Giacomo pag. 2

- Cacciatore Francesco pag. 6

- Ballerini Alessandro pag. 16

- Mazza Carlo pag. 19

- Tassi Marco pag. 25

- Salice Luigi pag. 29

- D’Amo Giovanni pag. 33

- Marippi Marco pag. 38

- Pallavicini Carlo pag. 41

- Putzu Filiberto pag. 45

- Frontini Stefano pag. 48

- Romersi Pierangelo pag. 50

- Polledri Massimo pag. 52

- Roberto Reggi pag. 56

- Carini Ernesto pag. 60

- Mazza Carlo pag. 60

- D’Amo Giovanni pag. 61

- Vaciago Giacomo pag. 63

- Tassi Marco pag. 64

- Mazza Carlo pag. 65

- Polledri Massimo pag. 67

- Cisini Giorgio pag. 67

- Frontini Stefano pag. 69

- D’Amo Giovanni pag. 69

- Pallavicini Carlo pag. 71

- Piazza Edoardo pag. 72

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PRESIDENTE CARINI

Siamo al punto n. 10) all’ordine del giorno. Devo anche precisare che, come si diceva, probabilmente non bastano i tempi per la trattazione sia della mozione che della risposta dell’esecutivo, la proposta che si è fatta nella Conferenza dei capigruppo è di concedere 20 minuti a testa sia al presentatore della mozione, sia a chi risponderà alla mozione, fermo restando tutto il resto, sulla base dell’art. 4 del Regolamento, che è una modifica del…

- Interruzione –

Quindi, sulla base della deroga al regolamento all’art. 4, se non ci sono interventi, metto in votazione i 20 minuti a uno e i 20 minuti all’altro, quindi possiamo passare alla votazione. La votazione è aperta.

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E’ uscito il consigliere Putzu.

PRESENTI N. 37.

Nessun altro componente del Consiglio avendo chiesto di parlare al riguardo, il Presidente pone quindi in votazione la deroga, ex art. 4 del Regolamento, così come dallo stesso formulato, ed il Consiglio comunale la APPROVA con n. 33 voti favorevoli.

Il consigliere Polledri non partecipa alla votazione.

I consiglieri Fiazza, Galvani e Ricciardi risultano presenti in aula, ma non si sono attivati per la votazione.

Il Presidente ne fa proclamazione.

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PRESIDENTE CARINI

Possiamo procedere all’illustrazione della mozione. Prego, consigliere Vaciago.

 

CONSIGLIERE VACIAGO ( GRUPPO MISTO )

Da 15 anni l’Italia cresce poco e anche Piacenza, che è molto vicina alla media del Paese, cresce poco. Perché? Per la ragione molto semplice che il nostro meglio sempre di più cresce altrove. E’ di questi giorni la notizia che una nostra ottima azienda, la "Nordmeccanica", ha inaugurato uno stabilimento nuovo a Shangai. La nostra crescita richiede quindi di essere attraente, cioè attirare in Italia e a Piacenza investimenti altrui. Piacenza, negli ultimi 15 anni, l’ha saputo fare con l’ampliamento del Polo universitario, con l’arrivo di "Ikea" e con la crescita qui dell’Orchestra Cherubini e relativo bell’investimento nel recupero della Chiesa di S. Vincenzo, ma in troppi altri casi ci sono state chiusure, dismissioni e un corrispondente aumento di pendolari che, lavorando altrove, là producono e qui solo spendono il loro reddito.

Per essere attraenti servono vantaggi relativi, a cominciare dalla qualità del sistema scolastico, dei servizi urbani e dalla rigorosa applicazione delle leggi. Legalità e trasparenza devono essere al di sopra di ogni sospetto, se dobbiamo competere con Paesi emergenti che in proposito lasciano ancora a desiderare, ma sono molto più economici di noi.

Purtroppo, legalità e trasparenza non sono la principale caratteristica delle due maggiori iniziative dell’Amministrazione nell’ultimo anno. Per il concorso relativo a Palazzo degli Uffici, molto è già stato detto e molto continua ad essere scoperto che caratterizza negativamente quel procedimento. Mi limito a farvi leggere, allegato 1), signor Presidente, il ricorso al TAR dell’ing. Paolo Dilani e il relativo commento dell’assessore Cacciatore. Come è ovvio, non è la fama ma la competenza che è stata ignorata, così come è stata ignorata la legge che detta un preciso procedimento a prova di errori per la nomina dei membri delle Commissioni giudicatrici.

Passo alla più recente vicenda, che riguarda le dismissioni dell’Enel a Piacenza. C’erano tre grandi edifici dove Enel lavorava: il primo in via S. Franca è stato acquistato dalla Fondazione, il secondo in piazzale Milano è andato alla Sanità, il terzo, tra il Liceo Classico e Palazzo Farnese, è quello di cui ci occupiamo. Enel l’ha, inizialmente, messo in vendita nello stato in cui si trovava come palazzo per uffici; fu visitato e giudicato molto positivamente da varie persone, che però lo ritennero per loro troppo grande. Quindi Enel lo incluse in un lungo elenco di beni, alcuni dei quali da valorizzare, e li fece stimare da una società indipendente indicata dal Tribunale di Roma: "Scenari Immobiliari" . La stima molto scrupolosa definì un valore di 5,4 milioni di euro, e su quella base l’immobile fu trasferito alla società incaricata della vendita finale. Questo avviene nel febbraio 2007 e già quattro mesi dopo, la società DEMOFONTE riesce a rivenderlo per un valore molto maggiore, giustificato dalla promessa di una variante che consenta di trasformare un edificio per uffici in un edificio di pari volumi più vendibili sul mercato. E’ di questa variante che abbiamo discusso nel Consiglio comunale del 26 ottobre scorso. Ne chiarisco gli aspetti principali: dal punto di vista urbanistico, l’edificio ex Enel si trova in centro storico, all’interno della perimetrazione delle zone di recupero individuate dal PRG; è classificato a servizi urbano-territoriali, con destinazione sedi amministrative. Per poter modificare la classificazione urbanistica, serve un piano di recupero. Il piano di recupero di iniziativa privata è soggetto alla legge 457/78, art. 30, che consente ai privati di presentare proposte di piani di recupero degli immobili di loro proprietà, se interni alle zone di recupero individuate dal PRG, quando le condizioni di degrado degli stessi rendono opportuno il recupero del patrimonio edilizio e urbanistico esistente. All’interno della perimetrazione delle zone di recupero, il PRG di Piacenza ha individuato – vedi l’art. 19 delle N.T.A., Norme Tecniche di Attuazione – gli ambiti di trasformazione e di riqualificazione del centro storico, elencando 11 ambiti normati in modo puntuale e specifico: art. 19.03.01. Per la restante zona di recupero, si mantiene la possibilità di intervento diretto, secondo le categorie ammesse dalla disciplina particolareggiata del centro storico, e si consente inoltre per gli edifici privi di valore storico architettonico, unità edilizie di recente formazione, la presentazione di proposte di piano di recupero (art. 19.03.02) nel rispetto del vincolo di utilizzazione fondiaria di1,3 metri quadrati per metro quadro. Solo questa norma consente, ove si accerti che l’edificio sia privo di valore storico e architettonico, di proporre per questo immobile di recente costruzione, in perfetto stato di conservazione, la presentazione di un piano di recupero. Il progetto, tuttavia, non rispetta il vincolo di utilizzazione di 1,3 metri quadrati per metro quadro, visto che sul lotto di 2.427 metri quadri dell’ex scuola Enel, invece di un edificio di 3.155 metri quadri, il progetto presentato propone circa 6.900 metri quadri. L’adozione di cui al Consiglio comunale del 26 ottobre è, pertanto, illegittima.

La variante presentata, modificando la classificazione urbanistica di un edificio non residenziale, che non è stato computato nel calcolo della capacità insediativa perché privo di alloggi, porta indubbiamente ad un incremento della capacità insediativa prevista nel PRG, ma il Consiglio comunale può approvare varianti relative alla modifica della destinazione d’uso solo a condizioni che queste non prevedano, nell’arco di validità del PRG, incrementi complessivi della nuova capacità insediativa maggiori del 3%. L’aumento di edilizia residenziale approvato per mezzo di questa variante, deve essere costantemente sommato fino a che si raggiunge un incremento pari al 3% di quella che era la previsione dello strumento urbanistico, dopo di che queste varianti non possono più essere approvate, e ci vuole il nuovo strumento urbanistico generale.

L’assessore non si è curato di allegare il calcolo che provi che non è ancora stato raggiunto detto limite massimo con le varianti già approvate fino ad oggi, e questo è un secondo profilo di illegittimità.

Infine, vi è un terzo motivo di illegittimità. L’assessore sostiene – vedi verbale del Consiglio comunale del 26 ottobre – che la categoria di intervento adottata è quella della ristrutturazione edilizia. E’ proprio l’art. 3 del D.P.R. 380/2001, citato dall’assessore, che chiarisce che è possibile demolizione e ricostruzione nei casi limite dove la ristrutturazione edilizia senza rimuovere completamente l’edificio esistente non risulterebbe efficace, in termini del… di sicurezza. In ogni caso, sempre ristrutturazione edilizia deve restare, e cioè il nuovo edificio deve conservare la stessa sagoma e le stesse volumetrie del precedente.

L’assessore sembra ignorare il senso della parola "stesse". Quello illustrato in Consiglio comunale è un edificio diverso dal precedente, sia nella sagoma, che è definita nella giurisprudenza come l’insieme delle infinite sezioni orizzontali e verticali del solido in esame, che nei volumi, visto che (cito dall’assessore) "addirittura il totale è inferiore di 4.286 metri cubi ai volumi esistenti.

Tutti coloro che hanno esaminato con cura la presentazione che l’assessore ha fatto al Consiglio comunale del 26 ottobre e la relativa documentazione, concordano con il mio giudizio. L’assessore si è arrampicato sui vetri per convincere il Consiglio comunale a votare qualcosa che era chiaramente illegale, cioè non consentito né dalla legge nazionale e regionale, né dalle norme del Comune di Piacenza.

Poche conclusioni. Ambedue queste vicende sono emblematiche di come la reputazione di un’Amministrazione sia un bene pubblico prioritario che mai dovrebbe essere messo a rischio e, tanto meno, compromesso, anche solo per incompetenza e arroganza. In ambedue i casi, i miei primi segnali di preoccupazione espressi anzitutto in quest’aula, sono stati purtroppo ignorati. Se andate a rileggere i due brevi interventi del 4 maggio sul Palazzo Uffici e del 26 ottobre sul palazzo ex Enel, vedete che mi limitavo a esprimere perplessità e sollecitavo chiaramente, che non sono mai venuti né a voce, né per iscritto, né qui, né altrove.

Credo che per la dignità del Consiglio comunale e l’interesse dei cittadini, il mio intervento di oggi sia un preciso dovere.

Ovviamente e proprio perché non vi è nulla di personale in questa posizione, sarò ben lieto di ritirare questa mozione qualora il Consiglio comunale ritenga meritevole di esame più approfondito le considerazioni che ho qui svolto e decida di sospendere l’efficace di quanto finora deciso, e valutare possibili alternative. Sono convinto che il primo dovere del Consiglio comunale sia ripristinare la fiducia dei cittadini nella correttezza di quanto decide. Una volta annullata una decisione chiaramente illegale, potremo seriamente discutere dell’interesse della città, che, come è noto, richiede molti interventi nel settore delle scuole superiori. Da 10 anni, gli standard obbligatori non vengono affatto raggiunti, come dimostrano anche più di 1.000 firme raccolte. Un accordo di programma che parta dal preminente interesse pubblico può soddisfare anche i legittimi interessi della proprietà privata. Grazie.

 

ASSESSORE CACCIATORE

Prima di fornire al Consiglio comunale una serie di spiegazioni e di fatti, vorrei premettere una considerazione per il consigliere Vaciago. Nella seduta del Consiglio comunale del 26 ottobre 2009, Lei ha espresso, come cita nella mozione, non già riserve sulla pratica, sull’iter urbanistico e sulla normativa applicata, come si legge in questa mozione di sfiducia, bensì – mi permetta di dirlo – volgari insinuazioni riguardo ai passaggi di proprietà dell’immobile. Gliele cito: "Se guardate quante volte è girata di mano quest’area, vi preoccupate"; "Quando vedo cose che passano troppo di mano, capisco che troppi soldi si concentrano su quell’affare"; "L’Enel ha incassato un briciolo di questi soldi, gli intermediari, come spesso capita non solo in questa città, ma diciamo in questo Paese, hanno fatto soldi"; "Senza questa variante, quanto avrebbe incassato dal Comune l’Enel anni fa se ci avesse venduto quell’edificio per farci una scuola? 500.000 euro. Credo che è quello che l’Enel ha preso per quell’edificio". Queste sarebbero, secondo Lei, le riserve. Ma realmente, come ognuno ha potuto intendere, si tratta solo e semplicemente di accuse insultanti.

A ciò Lei ha aggiunto qualche personale considerazione sulla qualità architettonica del progetto. "L’edificio che abbiamo visto sulle slide del Vice Sindaco dice meno del precedente - sono Sue parole – e che, per piacere, l’edificio nuovo sia meglio del vecchio": ancora Sue parole. Perché queste considerazioni appartengono solamente alla sfera del tutto opinabile dell’estetica che ognuno di noi può manifestare.

Dicevo però che quelle affermazioni non erano semplici riserve, bensì insultati e malevoli insinuazioni, che, come subito vedremo, poggiavano sul nulla. Per questo motivo ho reagito e ho rammentato la vicenda di Borgo Faxhall, piano urbanistico convenzionato nel 1996 dalla Giunta dell’ex Sindaco Vaciago e anche da me come consigliere comunale, perché anche lì, nel tempo, c’erano stati passaggi di proprietà fra privati. E quanto alla qualità architettonica, come chiunque può vedere, ognuno di noi, non è che siamo messi particolarmente bene. Ma non affermai affatto che i passaggi di proprietà avvennero nel periodo di amministrazione di Vaciago (ne fanno fede i verbali), né, del resto, lo ritenevo rilevante, perché le pratiche urbanistiche debbono essere esaminate con riferimento alla situazione esistente al momento di presentazione della richiesta da parte del proprietario attuale, e solo si deve valutare se la proposta è legittima in rapporto alla normativa in vigore e se essa rappresenta o no un’opportunità per la città.

Inoltre, consigliere, Le ricordo, anche se mi pare strano doverlo fare nei confronti di un esperto di Diritto Urbanistico quale Lei pretende di accreditarsi nella Sua mozione, che Lei non approvò allora un piano di recupero, come disse, già approvato da altri in precedenza, perché se fosse stato approvato in precedenza, non vi sarebbe stata ragione di nuovamente approvarlo in Consiglio comunale. Lei forse non se ne rese conto, ma allora approvò la modifica del progetto unitario, con annessa convenzione, e una variante che lì consentiva la residenza, cosa non prevista prima, dando così origine alla prima convenzione sottoscritta tra il Comune di Piacenza e un privato.

Veniamo ora alla principale Sua recriminazione, secondo la quale il valore dell’immobile sarebbe aumentato in quattro mesi da 5.400.000 euro a 9.350.000. Questa affermazione, sulla quale riposa l’intero Suo castello accusatorio, è del tutto inveritiera. Ma queste Sue affermazioni mi hanno indotto ad una ricerca accurata, necessaria non ai fini della pratica urbanistica in sé considerata, ma per approfondire la questione sottostante alle Sue insinuazioni; e ne ho ricavato informazioni delle quali non ero in possesso prima, perché, come accade di solito in questo e in ogni altro caso, l’Amministrazione prende in considerazione l’immobile, il progetto e il proprietario attuale.

Facendo queste ricerche, ho potuto accertare che le Sue affermazioni riguardanti gli incrementi di valore subiti dall’immobile, sono palesemente false. Ora Le spiego perché. Intanto, il valore di 5.400.000 euro compare per la prima volta non nel 2007, bensì nel 2003, come Lei ha ricordato, quando per tale prezzo Enel Real Estate acquista l’immobile dalla "Società Sfera", altra azienda del gruppo Enel. Come ognuno vede, questo valore è già molto più elevato di quei 500.000 euro di cui Lei, senza alcuna serietà, parlava del tutto a sproposito nel Suo intervento del 26 ottobre in questo Consiglio. Inoltre, posto che l’immobile era pur sempre classificato come sedi amministrative, si dovrebbe verosimilmente applicare a quel valore un ragionevole coefficiente di rivalutazione, dipendente dall’andamento del mercato immobiliare, perché nessuno potrebbe seriamente credere che esso rimane immutato dal 2003 al 2007.

Enel Real Estate quell’immobile lo conferì a "Dalmazia Trieste", altra azienda del gruppo Enel, con l’obiettivo di dismettere questo ed altri immobili. "Dalmazia" nel 2006 individuò un compendio di proprietà da dismettere composto da 429 immobili, non finalizzabili alle esigenze del gruppo Enel. La strategia di dismissione è stata quella di procedere, considerata la tipologia del portafoglio costituito da immobili di varia natura e caratteristiche, ad una cessione in blocco dell’intero compendio immobiliare, attraverso una procedura competitiva che ottemperava ai conseguenti criteri di trasparenza. L’invito pubblico a manifestare interesse è del 30 giugno 2006, attraverso la pubblicazione sui principali quotidiani nazionali. Solo due gruppi presentarono un’offerta per tutto il compendio immobiliare. "Demofonte S.r.l.", uno dei due, presentò un’offerta di circa 131 milioni di euro. Essendo il compendio immobiliare valutato 115,7 milioni di euro, a fronte di un valore contabile di 113,1, e previo parere positivo dell’advisor dell’operazione, che era "Lazard", il c.d.a. di "Dalmazia Trieste" ritenne congrua l’offerta di "Demofonte". Di questa aggiudicazione venne data notizia sui giornali dell’epoca, incluso "Il Sole – 24 Ore", del quale Lei, evidentemente, è editorialista più che lettore attento se tale notizia Le è sfuggita.

Nel compendio immobiliare ceduto rientrava anche l’immobile di via Campo della Fiera. Stante la peculiarità dell’operazione vendita in blocco, non ci fu una stima pubblica per singolo immobile. Non di meno, è evidente che l’immobile, dopo l’offerta, aumentò di valore, non fosse che per effetto del rialzo rispetto alla valutazione iniziale.

In realtà, quando si cercano informazioni corrette, come la serietà vorrebbe, è possibile identificare anche il valore per singolo immobile o qualcosa che tende ad assomigliargli, e di questo immobile in particolare. Infatti, come ho detto, il prezzo pagato per l’intero compendio fu di circa 131 milioni di euro, e questa operazione di acquisto di beni è stata realizzata mediante un finanziamento bancario effettuato da "Aareal Bank", uno dei principali istituti in campo europeo.

Ora, l’operazione di finanziamento, ovviamente, fu supportata da un business plan, che attribuì all’immobile in questione un valore di futura vendita pari a 8.196.400 euro. Questo risulta dall’allegato K) all’atto di finanziamento in data 6 febbraio 2007, documento registrato all’Agenzia delle Entrate di Roma, che è qui nelle mie mani. Ovviamente, questo è un documento pubblico che ho mostrato poco fa al Consiglio e, bene inteso, sarebbe stato possibile reperirlo da parte di chiunque, prima di lanciarsi in risibili crociate, si fosse fatto scrupolo di compiere approfondimenti sul punto. E’ necessario aggiungere che tale valore venne attribuito all’immobile ben prima che si potesse parlare di eventuali progetti di sviluppo o di varianti concernenti il fabbricato. Basta possedere qualche rudimento di finanza immobiliare per capire che in conseguenza di ciò, il valore di 8.196.000 e rotti euro è divenuto il prezzo di riferimento per l’operatore, al di sotto del quale era probabilmente problematico scendere. "Demofonte" doveva infatti giustificare alle banche e ai suoi azionisti ed al sistema la ragione per la quale aveva acquistato in blocco 429 immobili, assumendosi conseguenti costi finanziari, operativi e di gestione.

In conclusione, consigliere Vaciago, il valore dell’immobile non è quasi raddoppiato nel giro di 4 mesi, ma a tutto concedere è passato da 8.196.000 euro a 9.300.000 euro. Ne viene che la Sua affermazione è totalmente e vergognosamente falsa. Per la verità, non posso affermare che su questo punto Lei ha mentito al Consiglio, ma solo perché queste fandonie le ha pubblicate sui giornali. In Consiglio, con esemplare incompetenza e spudoratezza, Lei aveva detto anche peggio. Senza questa variante, quanto avrebbe incassato dal Comune l’Enel anni fa? Glielo ricordo ancora: 500.000 euro. Queste sono le parole che stanno a verbale. Il Suo errore, se così vogliamo benevolmente considerarlo, è stato, dunque, infinitamente più grave, più assurdo, ma anche ridicolo. Il gruppo Enel ha, quindi, realizzato una plusvalenza contabile notevole sull’immobile di via Campo della Fiera, anche senza considerare che esso era stato inserito in un portafoglio di ben 429 cespiti, che consentiva di dismettere anche immobili e connessi costi antieconomici. Questo, dunque, è stato il modus operandi del gruppo Enel, il quale, a dire del consigliere Vaciago, ancora frasi del verbale, ha incassato un briciolo di questi soldi. Ed ora, consigliere, che cosa potrà mai rimproverare a quei non meglio precisati organi che dell’Enel si dovrebbero occupare professionalmente? Anche questa, sua frase a verbale, che Lei ha menzionato in Consiglio nel Suo sfavillante intervento. Gli dirà che hanno gestito male il loro patrimonio?

Veniamo ora alla parte urbanistica, che è la vera novità della Sua mozione di sfiducia, visto che mai, né in Consiglio, né sulla stampa, nei Suoi interventi, nutriti di spregevoli insinuazioni, ne aveva mai parlato. Posso fornire tutte le spiegazioni, visto che l’aspetto normativo della vicenda è stato puntualmente approfondito dagli uffici, che hanno pure espresso parere di regolarità tecnica favorevole. Per rimanere all’interno del tempo concessomi, però, farò distribuire a tutti i consiglieri, se i commessi vogliono farlo, una scheda tecnica che ribatte punto per punto alle osservazioni in materia urbanistica. Visto il tempo, farò solo qualche cenno riassuntivo del perché le considerazioni effettuate in campo urbanistico non risultano veritiere. Anche rispettando le dotazioni di standard urbanistici, non può essere modificata la destinazione d’uso, avvalendosi dell’art. 54 del Regolamento edilizio, bensì solo attraverso l’adozione di una variante specifica al PRG o attraverso uno strumento attuativo in variante. Nel caso specifico, un piano di recupero in variante al PRG vigente, ai sensi dell’art. 41, 2° comma, lett. A), della legge 20/2000 e dell’art. 30 della legge 05.08.’78 n. 457. Sono questi due i riferimenti normativi in base al quale il Consiglio comunale ha adottato il piano di recupero, perché anche di questo si chiede conto nella mozione: cosa che io ho indicato in Consiglio comunale, come risulta dai verbali, ma ancor di più basta leggere l’oggetto della deliberazione che li riporta espressamente. E i volumi realizzabili sono quelli massimi esistenti, come previsto dall’art. 51 del vigente regolamento edilizio, poiché i limiti di densità edilizia, di cui il decreto ministeriale 1444 del ’68, da cui discende l’art. 19.03.02 che Lei cita nella mozione, si applicano solo alle nuove edificazioni.

L’art. 19 delle N.T.A. disciplina gli ambiti di trasformazione, quindi gli interventi di ristrutturazione urbanistica, mentre gli altri interventi di recupero sui singoli edifici sono normati dal successivo art. 20. Nel caso di specie, l’intervento proposto è di ristrutturazione edilizia su un singolo edificio, situato all’interno delle zone di recupero, ex lege 457 del ’78. Per quanto riguarda il tema di sagome e volumi, la giurisprudenza in materia ha stabilito che volumetria e sagoma rappresentano lo standard massimo di edificabilità in sede di ricostruzione, ferma la possibilità di utilizzarli in parte, ovvero con minore volumetria e superficie. Quest’ultima frase è presa direttamente da una sentenza di un TAR.

Tenga infine presente che il comma 2 dell’art. 3 del DPR 380/2001 stabilisce che le definizioni di cui al comma 1 prevalgono sulle disposizioni degli strumenti urbanistici generali e dei regolamenti edilizi. L’applicazione del calcolo della nuova capacità insediativa teorica, di cui all’art. 15.4, lett. C1, della legge 47 della Regione Emilia Romagna, trova applicazione solo nel caso di nuovi insediamenti ricadenti su aree senza capacità edificatoria, e non trova applicazione nei casi di interventi su edifici esistenti.

Come vede, l’approfondimento era stato fatto e le precisazioni che Le ho fornito non sono, come è stato per Lei, il risultato di una ricerca affrettata e insipiente di supporti tecnico-legali ad una mozione di sfiducia, ma di una approfondita discussione con chi aveva la responsabilità del progetto per conto della proprietà.

Dunque, consigliere, io e i miei uffici non abbiamo mentito a nessuno, tanto meno al Consiglio comunale. Mi dica Lei chi è il Suo consulente urbanistico, su quali norme fonda le sue considerazioni! E mi dia retta: lo cambi alla svelta, consigliere Vaciago!

- Interruzione –

(Il consigliere Vaciago parla con il microfono spento)

Li cambi alla svelta: glielo consiglio io! E se ancora non è convinto, ricorra pure al TAR, ma non accampi argomentazioni risibili per sostenere che ho mentito in Consiglio e per sfiduciarmi.

Veniamo ad un punto non secondario della Sua filippica contro la pratica dell’ex Enel, perché voglio ricordare un’altra Sua affermazione fatta in quest’aula, che ai più probabilmente non diceva niente, ma che a me ha aperto nuovi orizzonti. Nel Consiglio del 30 novembre 2009, Lei ha, fra l’altro, affermato: "Dopo tutte le vicende che nel 2007/2008 hanno caratterizzato quel lotto e che gli uffici bene conoscono perché le hanno intermediate loro, dopo gli incarichi dati e tolti ai professionisti" e così via. Ora, è noto che né io, né gli uffici comunali conferiamo, né revochiamo incarichi professionali. E vorrei spiegare non a Lei, che lo sa bene, ma al Consiglio, a che cosa Lei si riferiva. Lei si riferiva al fatto che il piano di recupero dell’immobile ex Enel è stato seguito successivamente da due diversi professionisti, uno dei quali ha sostituito l’altro. Il primo di essi, notoriamente Suo buon amico, riteneva che su quell’immobile ci fosse un vincolo espropriativo decaduto, perché erano trascorsi i cinque anni stabiliti per legge e che, quindi, si potesse intervenire con un semplice permesso di costruire. Pensi consigliere, se questa tesi fosse stata accettata dall’Amministrazione, Lei non avrebbe potuto esibirsi nelle Sue ostentazioni di tutore della virtù, né avrebbe avuto occasione di piangere su scuole e palestre, così ingiustamente neglette, a suo dire, dall’Amministrazione comunale. Era tanto radicata questa convinzione, ovviamente erronea, che fu effettivamente richiesto in data 20 novembre 2007 un permesso di costruire, che fu negato in data 29 gennaio 2008. Dunque, a partire da queste erronee premesse, furono inizialmente affrontati gli iter del piano di recupero e le questioni poste dalla normativa urbanistica di riferimento, quello che Le ho appena citato. La proprietà presentò richiesta di un parere preliminare ed iniziò a lavorare sul progetto, fino a quando non venne appurato che il progetto presentato si traduceva – udite, udite! – in un aumento di altezza di 5 metri e 80 rispetto all’edificio esistente e di volumi, più 1.163 metri cubi. Questo, dalle tavole progettuali, sarebbe stato l’effetto dell’immobile che esce dalla sagoma esistente. Venivano, di fatto, violati, professore, proprio i concetti di sagome e volume che oggi Lei mi contesta. Per questo motivo, nel corso di una riunione, la proprietà e il progettista vennero invitati a rivedere il progetto e a ricondurlo al rispetto della normativa. La proprietà, dopo la riunione, sostituì il progettista nominandone uno nuovo. Il resto è noto e il piano di recupero arrivò in Consiglio comunale.

Come vede, il piano è stato oggetto di un lungo approfondimento normativo e di modifiche richieste proprio dal rispetto della normativa, senza riguardo né per i cambi di proprietà, né per i progettisti.

L’altra accusa nella mozione di sfiducia riguarda l’annullamento del concorso di progettazione relativo alla realizzazione di palazzo uffici. Di queste pratica ho seguito la parte urbanistica, che è sfociata nella variante adottata alcuni mesi fa dal Consiglio e, prima ancora, come Assessore al Patrimonio, la pianificazione economica dell’operazione che, come è noto, prevede la permuta di aree e di immobili comunali con la costruzione del nuovo palazzo, di cui ho relazionato in Consiglio prima di una variazione di bilancio. Quando Lei, con l’usuale serietà e coerenza, prima scagliò folgori contro la realizzazione del nuovo palazzo e poi lo votò nella successiva variazione di bilancio. Quindi è vero che di questo progetto ho seguito alcuni passaggi, ma sicuramente non la predisposizione del bando, né le fasi successive, perché di competenza di altri uffici da me non dipendenti.

Forse Lei pensava altrimenti e credo proprio fosse così. Diversamente, non mi avrebbe chiesto di ricevere Suo figlio che era interessato al progetto. Il che avvenne alla presenza anche di Sua moglie. C’era Sua moglie anche allora, professore, come in occasione della presentazione della Sua mozione. Ed è bello, consigliere, vedere che in questi tristi tempi di dissoluzione dei valori, una famiglia unita come la vostra quando si tratta di sostenere uno dei suoi membri. L’incontro avvenne nel mio ufficio in via Scalabrini e fu seguito da un altro, durante il quale Suo figlio mi presentò i responsabili di un noto studio di progettazione milanese, che erano intenzionati a partecipare al concorso di progettazione e chiedevano di conoscere l’area sulla quale era previsto l’intervento, come si sarebbe orientata l’Amministrazione sulle procedure, come funzionava il progetto complessivo, concorso di progettazione, bando per la costruzione, permuta, ecc.

A puro titolo di erudizione Suo e del Consiglio comunale…

- Interruzione –

(Il consigliere D’Amo parla con il microfono spento)

Stia tranquillo, consigliere! Ho subito da tre mesi delle fandonie!

Quell’incontro avvenne e fu l’unico incontro che io ebbi con persone interessate alla costruzione di palazzo uffici.

Ed ora, per quanto riguarda il tema delle fandonie, vorrei ricordarne qualcuna che Lei, in questo Consiglio, ha raccontato. Nel verbale Lei diceva questo: "Ve ne racconto una. Chi legge i giornali scopre che solo dopo un ricorso al TAR, il Sindaco ha saputo che il signore non aveva la laurea. E’ l’ennesima bugia, perché uno dei concorrenti, persona stimata, molto brava, ha protestato con il suo Ordine professionale. Il Presidente di questo Ordine ha telefonato qui al Sindaco tempo fa e gli ha detto: "Guarda che il signore non ha la laurea, non ha i requisiti". Il Sindaco gli ha risposto (ho la testimonianza, l’ora e il giorno, queste sono Sue parole): "Il nome ci è stato dato dal Presidente degli Architetti di Piacenza"". Scusi, consigliere, ci può precisare la testimonianza, l’ora e il giorno di cui parlava? O forse aveva mentito a questo Consiglio comunale, Lei?

A conclusione di questo intervento, mi consenta qualche considerazione finale. In questi mesi, le Sue affermazioni mi hanno sconcertato, anche perché leggendo le Sue interviste, facevo fatica a comprenderne il senso preciso, visto che i contenuti continuavano a cambiare. Ho preferito, però, attendere la Sua ovunque sbandierata mozione di sfiducia, sia per verificare se le Sue recriminazioni si nutrissero di qualche dato positivo, che oggi non ho visto, sia perché, convinto com’ero dell’inconsistenza delle Sue censure, intendevo replicare in Consiglio comunale, sia perché la vicenda ha avuto inizio qui ed anche perché questo credo sia il consesso al quale è giusto chiedere di esprimersi sul mio operato. Ma anche perché questa mi è sembrata la sede più adatta per una sconfessione delle Sue insultanti insinuazioni e per la pubblica mortificazione di chi ne è stato l’autore.

Oggi posso dire – ma non ne ho mai dubitato – che Lei ha offerto al Consiglio la cittadinanza non già dei fatti, che non si è dato neppure la pena di verificare, come confido di averLe dimostrato, ma solo opinioni e suggestioni infondate. Sono certo che il Consiglio comunale saprà valutare la Sua mozione in assoluta autonomia, senza raccogliere quell’infelice ed arrogante frase che Lei ha pronunciato in un’intervista che vorrei ricordare: "Dovrei dimettermi se la mozione non passa? Beh, certo, non aspetterei cinque minuti in più. Significherebbe rimanere in un Consiglio comunale di cui vergognarsi". E poi aggiungeva: "Attenzione, però, la vicenda andrebbe sulla stampa nazionale: "Vaciago si dimette dal Consiglio di Piacenza perché si vergogna". Se è quello che vogliono…". Parole profetiche, professore, ed allora giustamente stigmatizzate dal Presidente del Consiglio comunale. Voglio però ricordarLe che il suo atteggiamento, oltre che arrecare a me ingiustificata offesa, ha nuociuto anche alla città. Ricorda la Sua affermazione di oxfordiana finezza, ripresa anche da un titolo di un quotidiano locale? "Piacenza sta andando in vacca". E l’altra, fatta non senza qualche autocompiacimento: "Qualcuno lo avrà capito, oppure no, che l’altra sera a "Ballarò" parlavo anche di Piacenza?". No, guardi, non l’aveva capito nessuno. Ma forse qualcuno ha capito che Lei sta tentando di ritagliarsi a buon mercato un ruolo di censore che proprio non Le appartiene. Non mi sento di affermare che in Italia non ci sia necessità di tali figure, ma certo ben diversi da quelli da Lei prescelti sono i bersagli meritevoli di attenzione, perché l’Amministrazione comunale in carica a Piacenza non è corrotta, né incompetente, e perché, per le credibili figure di censore, si richiedono requisiti di serietà e di competenza, dei quali Lei ha clamorosamente dimostrato in questa vicenda di non essere dotato.

In conclusione, per parafrasare la … prosa del passaggio conclusivo della Sua mozione, se competenza, modestia e serietà si richiedono per restare in quest’aula – e preferisco sorvolare sulle questioni di buona fede – Lei, e non io, ha fornito al Consiglio comunale e alla città convincenti prove dell’urgente necessità che Lei si decida a liberarci della Sua presenza.

 

CONSIGLIERE BALLERINI ( POPOLO DELLA LIBERTA’ )

E’ il caso di dire: a botta, risposta.

Io non voglio entrare in quello che è una polemica personale: ormai ha preso questa strada l’argomento. E’ difficile da questa parte, da comune mortale, capire le ragioni che poco fa anche l’assessore ha esposto in una sorta di telenovela, dove si assiste ad un insieme di gioco di scatole cinesi, per cui si compra, si vende, ecc. Quindi non mi sento di entrare in quello che ha detto l’assessore. Voglio solo riprendere due cose. Una, all’assessore dico: poteva darle, queste spiegazioni, quando il professore le ha chieste. E come secondo, mi è mancato un pochettino l’accenno alla utilità pubblica di quel fabbricato: c’è stata tutta una relazione, ma non c’è mai stato un momento in cui si dice: "Sì, veramente, potevamo anche comprarlo quel fabbricato, donarlo alla città, in utilità a quel polo scolastico che è insufficiente". Non c’è stato assolutamente nessun accenno.

Quindi, la mozione con la quale viene chiesta da parte del collega Vaciago la revoca delle deleghe in capo al Vice Sindaco, non può che non suscitare un certo allarme sulla futura efficienza di questa Giunta. E certamente la stessa Giunta non ne può non tener conto, non valutarne gli effetti, non valutarne i riflessi futuri!

Le gravi accuse mosse alla Giunta sul problema del palazzo uffici, ma più precisamente sul problema ex palazzo Enel, di cui tanto abbiamo discusso, lasciano sull’attività amministrativa di questa Giunta indubbiamente un’ombra.

Io devo premettere nell’intervento che noi siamo sempre stati all’opposizione e abbiamo sempre votato contro a queste due pratiche. Quindi c’è un’ombra su questa Amministrazione in questa situazione, che a mio avviso è aggravata da altri fatti che accadono nella maggioranza, se non addirittura nella stessa Giunta, che vede alcuni elementi che si defilano, accentuando le diffidenze nei confronti dell’operato dell’assessore e della Giunta stessa, facendo anche pubbliche dichiarazioni. Questa situazione ha fatto dimenticare per un momento il "Ranuccio", la sostituzione del Presidente, la piscina, tanti argomenti che indicano le reali difficoltà che questa Giunta sta vivendo. Il vedere, poi, a caratteri cubitali sui giornali che la Procura della Repubblica si interessa a questa questione, che la Guardia di Finanza indaga, a un certo punto, su questo tema ex Enel, c’è sicuramente qualche cosa che allarma, che ci coinvolge, in sostanza, nella vita amministrativa della città, che ci vede peraltro estranei all’argomento. Certo che analizzando questo fatto, certamente un po’ di sospetto non può non venire: che un immobile assuma, in un momento in cui certamente non è di quelli migliori del mercato immobiliare, un aumento così vistoso sotto l’aspetto economico.

Così è sbagliato da parte della Giunta il perseverare nell’ignorare le esigenze reali della scuola, di quel polo, le esigenze che vogliono la raccolta di un migliaio di firme per impiegare quel fabbricato lì, vicino a quelle scuole, evitando una possibile speculazione che possa cancellare l’utilità sociale di quel fabbricato. Lì c’è un polo scolastico dei più importanti: "Mazzini, Manzoni, Romagnosi, Gioia", che sono scoperti di struttura di palestre o di aule. E allora, a suo tempo, perché l’Amministrazione non ha avuto questa attenzione?

Adesso attendiamo le osservazioni della Provincia, che dovrà fare. Io spero ancora che si possa arrivare ad avere il possesso di quel fabbricato. Certamente, oggi siamo in un contenzioso che, avete ascoltato, è piuttosto vistoso. Perché, ad esempio, non riunire le quattro scuole, i quattro presidi, la Provincia, il Comune, e non fare un discorso di coinvolgimento di quel palazzo tanto discusso, che era nato per la formazione del personale della centrale nucleare di Caorso? Questa struttura, finita la sua funzione originaria, è chiusa, come struttura, ormai da anni: pare dal ’92. L’Enel nel 2003 la fa stimare e mette in vendita il complesso. E qui sarebbe stata buona cosa che l’Amministrazione l’avesse acquisito. In fondo, siamo in una piccola città in cui tutti conosciamo di tutti. E’ possibile non si sapesse che quel fabbricato era in vendita? Un atto amministrativo serio, di responsabilità, avrebbe voluto che si consultassero i quattro presidi e le due Amministrazioni per arrivare a dare alla nostra città un polo più attento e più utile. Spesso, purtroppo, si legge di classi che vanno dalle parti opposte della città; c’è un Liceo Artistico per cui la Provincia paga 270.000 euro all’anno di affitto in fondo a via Scalabrini, quando poteva benissimo qui andare ad affluire il Liceo Artistico.

Tra l’altro, la stima fatta nel 2003 e il valore dell’immobile era stato fissato, come ha detto anche l’assessore, a 5.400.000 euro: prezzo ritenuto ragionevole. Nel 2007 l’Enel incassa questa somma. Qui, una prima considerazione spontanea: perché si è lasciata passare questa opportunità? Lo strano è che chi acquista il palazzo dell’ex Enel nel 2007, poi lo rivende, 9 milioni e mezzo o 11 milioni e 5, con IVA e bolli, per costruirci residenze ed uffici, grazie ad una variante urbanistica. E di qui non possono non sorgere sospetti dovuti proprio a quello sproporzionato aumento di valore che c’è stato, avvenuto prima della variante, e poi non esercitare quel diritto di acquisire questo fabbricato. Obiettivamente…

- Interruzione –

Un’altra cosa che mi sono chiesto: come mai l’assessore Freda è uscita dalla Giunta e non ha dato la solidarietà… E’ apparso sul giornale, non so se il giornale ha detto la verità o meno, però si è dissociata dal firmare il documento di solidarietà alla Giunta. D’altronde non è stato un caso isolato perché il consigliere Fumi ha dato la sua opinione in contrasto alla Giunta, contestato dal collega di partito Gattoni. Ecco, questo susseguirsi di fatti, di situazioni, obiettivamente infondono un senso di smarrimento in chi amministra.

Il consigliere Vaciago chiede le dimissioni. Io, dico sinceramente, non l’avrei fatta una richiesta del genere. Avrei fatto, invece, la richiesta delle dimissioni della Giunta su questo argomento, quanto meno per incapacità.

In dichiarazioni di voto mi sentirete ancora.

 

 

 

CONSIGLIERE MAZZA ( GRUPPO MISTO )

Vediamo un attimino di non far volare altri stracci: ne sono volati alla grande! Vediamo di riportare il problema a quella che era stata la discussione nell’ambito della variante urbanistica portata qui qualche mese fa, alla luce poi delle normative. Perché penso che poi sia questo il problema fondamentale. Il Vice Sindaco citava, ad esempio, l’art. 54 del Regolamento edilizio per i criteri, ecc. Ecco, sul Regolamento edilizio più volte abbiamo avuto occasione di parlare in questa sede di una normativa che sta abbastanza stringente, che è quella del parere preliminare. Il Vice Sindaco sa che il parere e la valutazione preventiva sui piani è prevista solo per interventi edilizi, è normata dall’art. 95. Mi si dice che non è prevista per gli interventi urbanistici. Allora, quando c’è un intervento urbanistico, e io continuo a sostenerlo, l’ho sostenuto anche nel caso di via Venturini, c’era Pierangelo Carbone. Quando un’azienda, una ditta, qualsiasi persona, uno studio tecnico, uno studio associato, chiede un parere su un’area vincolata, la risposta degli uffici deve essere (penso che sia un’interpretazione di buonsenso): qui c’è un vincolo, non ci si può far nulla, fino a quando il vincolo non decade. Okay? Invece, c’è una serie (c’è stata anche in questa pratica) di colloqui (poi li vedremo perché ho il verbale davanti) dove si fa di tutto per cercare di chiarire un comportamento di qualcuno che chiede, alla luce anche di considerazioni che secondo me dovrebbero essere troncate tout court. Io chiedo se è possibile fare una cosa in via Venturini, mi dite che c’è un vincolo e oltre al vincolo non ci vai. Questo, per premessa.

Bisogna però risalire un attimo – mi sembra anche intelligente – al discorso del piano regolatore. Quando gli estensori del piano regolatore hanno iniziato la loro attività, se non sbaglio ci fu un problema di incarico professionale dato proprio dal consigliere Vaciago, a quell’epoca Sindaco di Piacenza. Nella Giunta c’era anche, se non ricordo male, il collega Reggi, collega allora, cioè l’attuale Sindaco. Quando si diede questo incarico, gli estensori del piano pensarono bene di buttare dei principi, tracce di principi secondo me invalicabili, fra i quali ce n’è uno: il palazzo ex Enel. Con quel modo di classificazione e con quel vincolo, con quella destinazione d’uso, si provvedeva… E lo dice, perché negli indirizzi per la redazione del nuovo PRG si sottolineava che il completamento del recupero del centro storico dovrà essere uno dei principali obiettivi del nuovo piano regolatore generale, che ne prevedrà direttamente la specifica disciplina senza, quindi, in rinvio ad altri strumenti urbanistici. Queste sono parole pesante, e non solo pesanti, sono conduttori, parole che ti conducono a un risultato! L’ormai obsoleta normativa elaborata nel ’75 dovrà essere profondamente aggiornata secondo i principi fondamentali finalizzati alla definizione di una normativa semplice e chiara per quanto riguarda le destinazioni d’uso previste, recuperando appieno la funzione fondamentale di polo di cultura e quella dell’integrazione completa nella città nei suoi aspetti storici. Oggi, con questo, stiamo affrontando uno di quei nodi.

Il problema che oggi pone il consigliere Vaciago attraverso la presentazione di questa mozione, al di là degli aspetti personali, sui quali poi io mi avventurerò alla fine, prendendo uno spunto finale del collega Vaciago che intendeva dare anche una speranza a questo Consiglio comunale. Qual è la speranza? Esaminiamo tutti gli atti, vediamo l’intervento, vediamo le risposte del Vice Sindaco e poi vedremo anche come procedere. Io mi rifarò all’intervento fatto precedentemente in sede di discussione, eravamo nell’ottobre del 2009… E’ tanto veloce questa pratica che… Anch’io aspettavo le controdeduzioni della Provincia. Collega Ballerini, è inutile che Tu aspetti: in Provincia non è ancora arrivato! Quindi, o non ce l’avete mandato o la Provincia ha mandato una notizia sbagliata. Questo piano è approvato tre mesi fa in Provincia. Tu sai che in Provincia ci vanno tutte le varianti del piano urbanistico. Non è ancora pervenuta per eventuali osservazioni.

Il problema è esclusivamente politico e bisogna andare un po’ indietro, perché questi signori che compongono la Giunta presieduta dal collega Reggi, hanno avuto la fortuna di ereditare un piano regolatore già approvato, perché c’è stata un’adozione e un’approvazione, di ereditare anche un introito di denaro forte da quelli che erano gli indici e gli oneri di urbanizzazione, e hanno anche avuto l’occasione che nel frattempo è uscita la legislazione regionale tramite la legge regionale del 2000, che vi offriva, attraverso la pianificazione urbanistica comunale, di ricorrere al piano strutturale comunale. Ma voi al piano strutturale comunale, col quale potevate fare tutto, senza ricorrere a varianti, interessava pochissimo, perché siete andati avanti a furia di varianti urbanistiche. E perché questo Consiglio comunale ve le ha votate tutte, indipendentemente dal fatto che io dico che avete rasentato, per non dire che eravate fuori dalla normativa del piano regolatore come in questa pratica, avete scelto la via più facile. Perché la carenza principale del Sindaco Reggi e della componente di questa maggioranza è di non aver affrontato piani urbanistici. Mi riferisco al discorso che faceva Ballerini, quando diceva: "Non vi è venuto in mente che nel 2003 si poteva acquistare questo palazzo per cercare di mantenere il vincolo che gli stessi estensori del piano avevano dato nel piano urbanistico?". No, non è venuto: niente di male. Ma il problema non ve lo siete posto, non vi siete posti neanche il problema del piano strutturale comunale! A voi questi problemi non interessano! Quando avete un problema, ricorrete ad una variante. Il guaio è che sono più le varianti che fanno interessi privati che non quelli pubblici, è ovvio! Fossi stato anch’io un cittadino che aveva quest’area, avrei cercato di fare il mio interesse. Se non si muove il Comune nel senso pubblicistico, figuriamoci se si muove il privato! Il privato cerca di trarre profitti. Li avete accontentati a partire da via Venturini, via Garibaldi e oggi arriva il terzo gioiello. Oggi: è già arrivato, lo rimette in discussione il collega Vaciago attraverso questa mozione.

Stendiamo un velo pietoso sull’ex palazzo uffici, caso Cibic, perché il Sindaco ha detto: "Chi sbaglia paga", si riferiva al permesso degli invalidi molto probabilmente, che è una stupidaggine rispetto al discorso dell’ex palazzo uffici, dove qualche errore ci si sarà stato, dove sono passati mesi ma nessuno ha pagato, a partire dal signor Sindaco, arrivare a qualcuno che l’errore l’avrà commesso, in buona fede, ci mancherebbe altro! Però non ha pagato nessuno! Forse perché siamo assicurati, paga l’assicurazione, come se l’assicurazione la pagasse il primo che passa per la strada! La paghiamo sempre noi!

Allora, a cos’è stata data la precedenza? E’ stata data alle varianti urbanistiche. Avete continuato a ricorrere a queste varianti, che a mio avviso non sono coerenti alla stessa legge 20 del 2000 e tanto meno sono coerenti alle norme tecniche di applicazione del piano inserite nel piano regolatore.

Per non ripetere le solite cose, diciamo che questo problema è la sorella di altri che sono venuti, quasi la sorella gemella. L’aggravante che citava il consigliere Vaciago è della plusvalenza. Ma signori, non ci possiamo nascondere che c’è stata una plusvalenza che qualche sospetto l’ha fatto venire. Non ho detto "qualche colpa", ma qualche sospetto lo può aver fatto venire una plusvalenza di questo genere. Molto probabilmente ha ragione il Vice Sindaco quando dice: "Io non posso mica fare la cronistoria di tutti i passaggi di proprietà. Quando si presenta qualcuno, io devo dar risposta a qualcuno che è proprietario dell’area". Va bene, lo so, però questo non era un luogo e tanto meno un edificio sconosciuto! L’Enel ha venduto prima in via S. Franca alla Fondazione, all’ASL ha venduto l’altro, era ovvio che cercasse di vendere anche questo. Noi non ci siamo inseriti. Molto probabilmente avevano altre preoccupazioni.

Io, la mia contrarietà a questa pratica l’ho già manifestata…

- Interruzione –

Presidente, Le chiedo scusa: io dovrei avere 6 minuti e 40 secondi che Lei ha gentilmente concesso al Vice Sindaco, anche se non ho il rango di Vice Sindaco, perché l’accordo in Conferenza dei capigruppo e in Consiglio era chiaro: 20 minuti al collega Vaciago, 20 minuti all’assessore. Se sono stati sforati di 6, abbia pazienza, li deve concedere anche a me. Altrimenti, doveva far smettere anche il Vice Sindaco. Le chiedo solo questo.

 

PRESIDENTE CARINI

La mia pazienza è infinita.

 

CONSIGLIERE MAZZA ( GRUPPO MISTO )

Grazie, Presidente, molto gentile. Le sarò riconoscente, Le renderò i 6 minuti in un’altra circostanza.

Dicevo: le ho già espresse in sede di discussione consiliare. Oggi voglio solo manifestare altri dubbi che ho maturato sul tema specifico, e sono un po’ importanti, è il modo in cui poi siamo arrivati a determinare questa pratica. A parte che questa non è una pratica – lo diceva già qualcuno – di bassa categoria, perché ricordava già Ballerini due cose: questa pratica non è mica passata tranquillamente! Dunque, il collega D’Amo dice: "Se io fossi sicuro come è sicuro il collega Mazza, voto contro. Siccome non sono sicuro, non partecipo".

- Interruzione –

Scusa, sicuro dell’illegittimità di questa pratica: pensavo fosse sottinteso. "Se io fossi sicuro dell’illegittimità, voterei contro. Non lo sono, ho dei dubbi" e non hai partecipato. Non l’ho detto in termini negativi, Gianni! Dico solo che questa è una pratica che non è passata all’unanimità.

Poi, andando avanti nelle discussioni, il consigliere Fumi dice: "Io questa sera mi asterrò" per altri problemi manifestati, che non aveva anche lui convinzioni. Il consigliere Vaciago sapete cos’ha detto. Ma c’è anche l’intervento del consigliere Piazza, che dice: "Voterò contro questa pratica perché a mio avviso c’è un grosso sbilanciamento tra l’interesse pubblico e l’interesse privato. L’interesse pubblico è minimo, l’interesse privato mi sembra molto grande, quindi non voto, o meglio, voto contro". Quindi questa non è una pratica scivolata via così sull’olio, è una pratica che… Questo poteva indurre il Vice Sindaco a dire: "La fermo, ritiro la pratica un attimo, poi ne discutiamo". Poteva valere anche per le osservazioni fatte dal consigliere Vaciago, e poi è finita che sono volati gli stracci.

Voglio rubarvi ancora qualche minuto su questo, perché questa secondo me è la cosa più grave. Quando arriva, sempre in termini di richiesta di pareri preliminari, la proposta del parere preliminare, c’è l’ufficio che dice: "Presentate un altro progetto – vado a memoria – perché in seguito ai colloqui intervenuti presso questa sede, riteniamo che Lei debba presentare un altro progetto". Ma quale? Ci mettiamo a fare i mercanti? A quei colloqui ha partecipato anche Francesco Cacciatore? Adesso è uscito e non me li può dire. Ma io, quando un imprenditore mi chiede di fare un progetto su un’area vincolata, che urbanisticamente ha un vincolo, cosa mi metto a discutere "devi cambiare il progetto, sarà il Consiglio comunale a decidere…"? Ma io trancio il ragionamento. A questi colloqui intercorsi presso la sede degli uffici c’era anche Cacciatore? Il marchio politico chi ce l’ha messo su quei colloqui? Non ce lo poteva mettere nessuno! Gli uffici non si possono sostituire al Consiglio comunale! Invece gli uffici si sono sostituiti al Consiglio comunale dicendo: "Poi della variante ne parlerà il Consiglio comunale". Ma come della variante ne parlerà il Consiglio comunale? Ma tu non mi puoi dire queste cose! Gli uffici hanno un preciso…: chiudono la porta quando c’è un vincolo urbanistico su una pratica! Non la tengono aperta, colloqui, non colloqui, che non so chi ha partecipato, se il Sindaco o il Vice Sindaco o l’Assessore allo Sport! Non lo so! Sono cose che non si possono fare, secondo me, in un quadro di trasparenza che voi ventilate alla città continuamente. Questa, secondo me, non è trasparenza; è un ricorso a ragionamenti diversi dai luoghi dove devono avvenire per essere trasparenti e pubblici, e non devono avvenire, pur con tutta la buona fede, in camere chiuse.

Da ultimo. Gli uffici, per commentare la proposta di intervento, e questa ha le uova, e l’hanno portata qui in Consiglio perché è un atto allegato, dicono: "L’edificio esistente è una presenza decisamente importante e che non è riuscita a rapportarsi con il delicato contesto storico nel quale si è inserito. Si tratta di un tessuto vario, articolato, e si frammischiano edilizia antica, minuta e palazziale, edifici moderni tutelati, Liceo Melchiorre Gioia, ecc., e ovviamente il Farnese, ecc. La progettazione del nuovo dà l’opportunità di porsi in maniera corretta e armonica rispetto alle preesistenze, restituendo a viale Risorgimento una continuità di percezione fluida ed equilibrata". Perché, facendo dell’edilizia residenziale ritornano tutte queste cose che il legislatore in precedenza aveva messo da parte mettendoci su un vincolo? Ma sono passati sette anni, non ne sono passati 70! Ma che razza di balle sono? Queste sono balle camuffate per cercare di giustificare un intervento che non ci stava, perché era contrario alle norme tecniche di applicazione del piano regolatore ed era, secondo me, contrario anche alla normativa prevista dalla legge 20/2000.

Ecco perché, al di là degli stracci, ha fatto bene il consigliere Vaciago a presentare questa richiesta. Cogliamo il lato positivo di questo ultimo pezzo che ha esposto in maniera molto civile e pacata, diversamente dal Vice Sindaco che su questo piano… D’accordo che doveva digerire qualcosa, ma è la prima volta che succede una cosa di questo genere! Non c’è mai stato un consigliere di maggioranza che ha chiesto la cacciata del Vice Sindaco e della Giunta! Sindaco, Tu ridi pure, ma le Tue responsabilità… Questa mozione è diretta più a Te che al Vice Sindaco, secondo me. Allora io direi: cogliamo l’aspetto positivo in queste cose, al di là degli stracci.

Sono state presentate delle argomentazioni. Allora, su queste argomentazioni, mi sembra che al di là dell’aspetto penale che giudicherà qualcuno che la sta osservando, sulla quale non voglio neanche entrare perché io non sono mai andato in Procura a denunciare nulla e manco di andrò mai, fino a quando non sarò chiamato, spero, come persona informata dei fatti.

Allora dico: cogliamo questo aspetto finale. Penso che sia disposto a ritirare la mozione il collega Vaciago, fino a quando avremo le idee più chiare su quelle che sono la presentazione dei suoi documenti e quelli di Francesco Cacciatore. Dopo di che, vedremo. Nel frattempo, però, ho posto una condizione, che mi sembra anche una condizione pacata ed equilibrata: fermate questa pratica.

Del resto, se è vero che non è ancora andata in Provincia, ci metto il "se" perché non mi fido mai di ciò che non leggo, ma di ciò che mi si dice, non avete molta fretta perché sono passati più di tre mesi, in Provincia, siccome ci vanno tutte le varianti per le controdeduzioni e le osservazioni della Provincia, non c’è ancora andata. Se su questo aspetto siete d’accordo, io sono contento, perché una mozione che vota contro una persona ovviamente non soddisfa neanche il sottoscritto.

 

CONSIGLIERE TASSI ( POPOLO DELLA LIBERTA’ )

Presidente, cercherò di dare un giudizio politico perché noi siamo un organo amministrativo e politico, quindi credo che i tecnicismi non facciano comprendere bene questa vicenda.

Io devo registrare innanzitutto che questo è un fatto… Credo che in tanti anni di Consiglio comunale, una lite di maggioranza e una discussione di maggioranza così grave non si ricorda da quando questo Consiglio comunale si è mai riunito. Reciproche accuse di questo tipo non mi ricordo di averne mai sentite. Che il clima della vostra maggioranza, della Giunta, sia un clima abbastanza turbolento, questo purtroppo noi come cittadini lo registriamo già da due più di due mesi, e questo sicuramente non fa bene alla città, non fa bene ai cittadini, non fa bene alle pratiche amministrative che dovrebbero andare nella direzione di dare delle risposte concrete ai cittadini. Quindi, questa lite che dura da quasi tre mesi, con vari episodi che non hanno coinvolto solo il consigliere Vaciago o l’assessore competente, ma che hanno coinvolto tutto il clima della Giunta e dell’Amministrazione comunale, impediscono di licenziare provvedimenti utili alla città e ai cittadini. Questo è quello a cui io vi voglio richiamare perché credo che questo sia l’interesse primario che ogni consigliere comunale ha per l’interesse e il bene della città.

Che questa pratica fosse un’opportunità da parte di qualcuno, ma che non doveva essere presa in considerazione dall’Amministrazione, credo che sia pacifico. Perché – vede? – come qualche consigliere ha già avuto modo di dire e di esporre, l’Amministrazione comunale fa interesse pubblico, fa l’interesse dei cittadini, quindi quell’immobile poteva avere un interesse pubblico, come qualcuno ha detto, per farci delle palestre, per farci delle altre cose. La destinazione d’uso per cui era stato destinato era proprio quella di interesse pubblico. Il fatto che l’Amministrazione comunale abbia voluto fare questa variante e abbia voluto procedere a una valutazione di questo genere, sicuramente si presta a delle critiche notevoli. Tant’è che noi le abbiamo dato una possibilità come opposizione di chiudere questa vicenda nella seduta che si è registrata nel 2009 il 26 ottobre, dicendo che non vi era la possibilità, non c’era in questa operazione l’interesse pubblico, e che quindi da questo punto di vista questo edificio doveva essere destinato a qualcosa a favore della città. Con tutta l’operazione che invece è stata fatta, qui avremo del residenziale che non serve a nessuno, non in quella posizione; quel palazzo comunque già aveva avuto modo di essere oggetto di discussione, in quanto era un palazzo che già quando fu edificato era visivamente obbrobrioso e comunque in una zona tra Palazzo Farnese e il Liceo Classico, che sono comunque due monumenti storici della città. Quindi già la partenza di questo immobile era assolutamente non condivisibile.

Per di più, quello che lascia più perplessi è il fatto che con questo cambio di destinazione d’uso, la metratura a residenziale è aumentata. Perché l’affermazione del consigliere Vaciago che dice: "Arriviamo a 6.900 metri quadri" è un’affermazione che trova una sua credibilità. Perché se Lei ha un palazzo che è alto 10 metri, è largo 20 metri e ha dei soffitti da 4 metri per ogni piano, invece di fare dei soffitti da 4 metri, fa soffitti da 2,70, i piani aumentano e quindi il residenziale aumenta. Allora che bisogno c’era di fare questo tipo di operazione quando l’Amministrazione comunale deve tutelare l’interesse pubblico, fare le palestre per i cittadini o mantenere la destinazione d’uso a cui era destinato questo immobile, e non aveva nessun interesse dal punto di vista amministrativo di fare un’operazione di riqualificazione a residenziale? L’unica motivazione che voi avete dato è che attraverso questa riqualificazione "avevamo 50 posti auto per la città, per i cittadini, ad uso esclusivo del Comune di Piacenza", quando sapete benissimo che a distanza di pochi metri da lì giace il progetto sul parcheggio di piazza Cittadella che prevedeva 1.000 posti auto. Quella era un’operazione da fare! Si poteva fare quella al posto di fare il palazzo degli uffici, che costerà 25 milioni di euro, che sappiamo perfettamente e ha fatto bene anche qui il consigliere Vaciago a dire che anche quella è un’operazione che non si sa dove andrà a finire e come è stata gestita.

Quindi io non riesco proprio a comprendere come si possa arrivare, per un’Amministrazione pubblica, a fare un’operazione di questo genere. Certo, dal punto di vista documentale io vi dico una cosa: io, personalmente, con quello che ho sentito in quest’aula, tra reciproche accuse, avrei spostato l’attenzione dal Consiglio comunale per quanto riguarda il discorso delle reciproche accuse e mi sarei recato in Tribunale a far giudicare a un giudice chi ha ragione e chi ha torto. Sappiate che un fascicolo, come avete appreso dal giornale, di atti relativi è stato aperto in Procura. Un fascicolo di atti relativi non è un procedimento penale, è un fascicolo nel quale sono contenuti determinati documenti che possono, eventualmente, dopo gli accertamenti successivi, diventare un’eventuale o potenziale notizia di reato. Quindi in Tribunale ci siete sbarcati comunque, perché comunque questo è al vaglio della Procura.

Allora, la documentazione che qui è stata fornita, è una documentazione relativa, sia da parte del consigliere Vaciago che da parte dell’Amministrazione comunale, perché noi più che aver sentito quello che ci avete esposto voi come documentazione, perché la documentazione non è stata fornita ogni singolo consigliere, né da una parte, né dall’altra, però resta il fatto politico grave che anche alcuni esponenti di maggioranza, quindi della vostra maggioranza, hanno votato contro a questo tipo di cambiamento di destinazione d’uso. Perché il consigliere Piazza ha votato contro, perché qualche consigliere di maggioranza si è astenuto, perché comunque l’opposizione ha votato in blocco contro perché era contraria, perché non ravvisava l’interesse pubblico. E 50 posti auto non sono l’interesse pubblico! Perché se qui ci sono 6.900 metri quadrati di residenziale, benissimo, allora quel palazzo ha la stessa cubatura, ma 4 o 5 piani invece di 2, per ipotesi, perché è ovvio che se io quest’aula domani il Comune me la vende e dice: "Ci puoi fare i soppalchi che vuoi", ci faccio tre piani e vendo tre piani a residenziale. Questo è un esempio senza star lì a fare dei tecnicismi. E questa è l’operazione.

Quindi, sicuramente, l’Amministrazione comunale si è prestata a delle critiche, ma l’Amministrazione comunale non fa l’imprenditore e non comincia a fare l’imprenditore, fa solo ed esclusivamente quello che è il bene primario del cittadino, cioè aiutare il cittadino, restituirgli servizi in base alle tasse che paga. E questo dovrebbe essere un principio vincolante, a cui l’Amministrazione si attiene in modo sicuramente ristretto e cerca in tutti i modi di rispettare l’interesse pubblico al di là di quello che può essere l’interesse privato. E questo è un principio di buona amministrazione, perché tutto quello che il Comune introita lo deve restituire al cittadino, non deve avere degli utili il Comune, il Comune deve dare servizi, deve dare asili nido, deve dare parcheggi, deve dare infrastrutture, deve combattere l’inquinamento, deve fare tutte queste cose che in questa operazione, dal punto di vista dell’Amministrazione comunale, non si ravvisano. Perché non ha nessun interesse l’Amministrazione comunale a fare una variante con una destinazione d’uso a residenziale di quel palazzo.

Quindi, sinceramente, io credo che la mozione che il consigliere Vaciago ha presentato è valutabile da un punto di vista di critica politica importante, perché voglio ricordarvi che il consigliere Vaciago, comunque, è uno dei fondatori della vostra maggioranza e del Partito Democratico. Di conseguenza, ha partecipato all’elezione del Sindaco Reggi, dell’Amministrazione comunale e ha sostenuto l’Amministrazione comunale. Dopo di che, ha deciso di entrare nel Gruppo Misto e uscire dalla maggioranza, evidentemente per presunti dissidi o altre cose. Quindi voi dovete registrare in questo momento che dal punto di vista politico non siete in grado di governare questa città al meglio per il cittadino. E questo è un fatto con cui voi vi dovete, in coscienza, scontrare, perché noi non ne possiamo più di vedere tutti i giorni sul giornale una discussione dietro l’altra che impedisce alla macchina amministrativa di portare avanti provvedimenti importanti come sarebbero quelli di fare i parcheggi, che non sono stati fatti, o tante altre cose, come ristrutturare le case dello IACP, aiutare le persone disabili con dei problemi di disagio o con l’assegno familiare di cui non ci sono i fondi, e via e via e via.

Quindi credo che da questo punto di vista non ci siano molte discussioni da fare sulla vicenda: ci sono le sedi deputate, dove discutere processualmente di queste vicende e dove un giudice potrà valutare in modo attento le ragioni di uno o dell’altro. Ma politicamente, la valutazione che io posso dare è una valutazione di una maggioranza sfasciata, che non riesce a mettere insieme i pezzi. A questo punto, voi dovete dare una risposta non a me, ma alla città, se questa Amministrazione può continuare con questo continuo balletto di discussioni tra maggioranza ed ex maggioranza, e via e via andare. E poi un giorno vorrei anche capire l’affermazione che io francamente non sono riuscito a comprendere appieno, in cui l’assessore Cacciatore ha ricevuto il figlio dell’ex Sindaco Vaciago, insieme alla moglie, per parlare di cosa? Perché anche questo sarebbe interessante capire! Perché non si può venire in Consiglio comunale a dire delle cose a metà! O le cose si dicono, e questo vale anche per il caso "Perrucci", caro Galvani… Quando Tu hai parlato del caso "Perrucci", dovevi dire nome e cognome, visto e considerato che evidentemente era una cosa che era nella tua conoscenza. O se non era nella tua conoscenza, prima ti accertavi di chi era e poi facevi questo tipo di discorso. Grazie.

 

CONSIGLIERE SALICE ( POPOLO DELLA LIBERTA’ )

Devo dire che probabilmente riuscirò senza troppa fatica nei dieci minuti…

- Interruzione –

Dicevo che mentre ascoltavo le relazioni e gli interventi che mi hanno preceduto, ho scritto e riscritto più volte i miei appunti, e alla fine non so che valore abbia, ho completamente modificato l’intervento al quale avevo pensato nei giorni scorsi.

Ora mi domandavo e mi domando, con non poca amarezza, a che cosa possa servire per il Consiglio comunale e per la città il dibattito di oggi. Mi domando a che cosa possa servire questo dibattito, a cosa possa servire questa vicenda, che obiettivamente si è risolta nel far volare un po’ di stracci, come è stato correttamente detto, in questo Consiglio comunale, stracci che - vorrei dire – sono volati essenzialmente nell’ambito della maggioranza.

Non mi sono entusiasmato, vorrei dire essenzialmente per ragioni tecnico-giuridiche prima e poi politiche, rispetto alla mozione del collega Vaciago, al quale riconoscevo e riconosco competenza ed autorevolezza, ma proprio per questo, secondo me non deve sfuggire la consapevolezza del fatto che la mozione è destinata probabilmente, quasi certamente, ad un risultato negativo, cioè se votata, a vedere un deciso voto contrario da parte di quello che residua della maggioranza. Quindi, da un punto di vista politico, come risultato finale, la mozione pare in realtà destinata a generare, come genera, una sostanziale chiamata a raccolta nell’ambito della residua maggioranza, senza consentire una concreta ed effettiva valutazione della situazione.

Il dato politico dal quale partire – lo hanno già detto i colleghi del PDL che hanno parlato prima di me – è che il PDL ha votato contro questa pratica di variante allorché è venuta in Consiglio comunale. Allora, per sgombrare anche il campo da questo argomento, credo che il nostro voto sulla mozione non potrà che esprimere coerenza, non potrà che essere influenzato da un’esigenza di coerenza con il voto negativo rispetto alla pratica che abbiano dato in occasione del Consiglio comunale del 26 ottobre. In questo modo, non diviene un voto sull’onestà o sulla correttezza dell’assessore, che conosco da 40 anni, e questo è un dato negativo perché vuol dire che entrambi stiamo invecchiando neanche troppo rapidamente, ma il voto positivo sulla mozione "Vaciago" rimane un voto negativo rispetto alla pratica, per dei dubbi che permangono. E allora andiamo a cercare di individuare quali sono gli elementi o gli insegnamenti o le valutazioni che possiamo trarre dalla discussione di oggi.

Mi spiace che l’assessore, dopo aver fornito il chiarimento che ha reso di fornire al collega Vaciago, si sia assentato dal dibattito, perché innanzitutto la prima cosa e la prima osservazione che è da rivolgere all’assessore è in ordine al fatto: se fosse necessario dover arrivare a questo punto per vedere questa pratica corredata dai chiarimenti e dagli approfondimenti che all’evidenza erano necessari. Oggi l’assessore ha fornito una serie di elementi che pur non modificando il giudizio negativo dal punto di vista politico che viene dato sulla pratica, certo portano tutta una serie di elementi di valutazione. Bene. E voi sapete che questo è un punto di riflessione che pongo da diverso tempo sulle pratiche urbanistiche che vengono in Commissione e poi in Consiglio, che si traduce in una censura in ordine alla carenza di documentazione e di istruttoria delle pratiche. Ma scusate, era necessario tutto questo pandemonio perché in questa pratica ci fossero degli elementi che alla luce del contenuto della pratica e della sua portata erano semplicemente necessari, doverosi, ma sicuramente utili? Era necessario tutto questo? Probabilmente questo approfondimento era doveroso anche prima.

Dopo di che, emerge la necessità sempre dal punto di vista…, molto pacatamente e al di là dello scambio di riflessioni tra Cacciatore e Vaciago, come ha detto molto correttamente Carlo Mazza, esiste la necessità doverosa, senza voler dare giudizi sulla liceità dei comportamenti, ma esiste la necessità, Sindaco, di un immediato ripensamento e di una immediata rivalutazione delle prassi utilizzate nella gestione delle pratiche. Le cose che sono state riferite, pur senza volervi leggere nulla di particolare, indicano una prassi che non è condivisibile o, quanto meno, una prassi che deve essere consacrata da linee comportamentali adeguate, che valgono a rendere del tutto trasparente il comportamento degli assessori e degli uffici. Credo che questo sia doveroso nei confronti del Sindaco, della Giunta, degli Assessori, del Consiglio comunale e, alla fine, della città.

Vi sono altri problemi. C’è un problema di metodo di questo dibattito: non ha nessun senso iniziare un dibattito, acquisire dei documenti e continuare un dibattito senza il tempo, al di là degli atti di fede, di fare una valutazione completa e compiuta dei documenti nuovi che oggi sono emersi. Dovremmo anche ragionare… Mi sento di dirlo da un punto di vista tecnico, e credo che questo argomento ci porterebbe a riflettere su una critica molto garbata, ma che mi sono permesso anche di fare alla vicenda "Perrucci-Galvani": noi dovremmo capire quali sono i criteri di acquisizione, di utilizzo e di gestione dei documenti, soprattutto quelli che sono assoggettati alla privacy. Io non intendo polemizzare con nessuno. Oggi mi è stato consegnato un documento che non proviene dagli uffici comunali. E’ perfettamente legittimo che sia così, ma io come posso utilizzare un documento che proviene da un privato, che un consigliere ha del tutto lecitamente… Vi sono delle esigenze di prassi operative, sulle quali ci dobbiamo dare delle regole.

Adesso è fuori anche Galvani: non gli do in questa occasione la risposta che è doverosa nei suoi confronti rispetto al contenuto del dibattito televisivo al quale sono stato invitato. Certo che mi si può criticare di dissentire da Galvani quando Galvani è assente, ma se Galvani non è mai presente quando lo devi essere… E’ un consigliere presentissimo, ma se mi invitano a un dibattito televisivo con Galvani e poi lui non c’è, io ho due possibilità: scappare o partecipare al dibattito. Poi, se mi fanno delle domande, devo rispondere. Ma questa cosa la riprenderemo con Galvani.

Credo che la discussione di oggi, Sindaco, in realtà, dal punto di vista politico, confermi la difficoltà che negli ultimi sette anni le Giunte Reggi hanno manifestato sui temi dell’urbanistica. Si possono dire tante cose, ma è vero che negli ultimi sette anni il consigliere Miglioli, già consigliere nella passata consigliatura, si è progressivamente distaccato dalla maggioranza, richiedendo e censurando alcune scelte sulle vicende urbanistiche. Il consigliere D’Amo si è progressivamente… Vorrei usare un’espressione corretta: ha assunto complessivamente, nella scorsa consigliatura, una posizione critica rispetto alla maggioranza sulle scelte urbanistiche. Oggi abbiamo la posizione del consigliere Vaciago. Traspare una mancanza di fiducia da parte della maggioranza su alcuni passaggi e su alcuni contenuti delle scelte urbanistiche.

Io mi permetto però di segnalare la cosa che Gianni D’Amo – e non me ne vorrà se lo cito per l’ennesima volta – ha detto in maniera per me assolutamente chiara e condivisibile sulla pratica del palazzo ex Enel: manca, in questa pratica, una lettura programmatica, vorrei dire una lettura programmatica volta non solo a individuare e tutelare l’interesse pubblico, ma manca una lettura di sinistra. Tra l’esigenza dei privati, l’impossibilità dell’Enel di realizzare un centro di formazione e quindi la necessità per l’Enel di ricollocare sul mercato questa pratica, sarebbe stato sufficiente trovare un punto di sintesi tra le esigenze economiche e le esigenze di informazione per comunicare che l’Amministrazione era disponibile a valutare un cambio di destinazione per riportare sul mercato quella parità tra i soggetti che potevano o lecitamente erano capaci di sapere e immaginare, e tutti i soggetti che potevano essere interessati per rendere oggi giustificabile e non sospetto ciò che ha giustificato la presentazione della mozione, ciò che ha giustificato il dibattito che si è svolto il 26 ottobre e ciò che in fin dei conti ha costretto questo Consiglio comunale a scrivere una delle pagine che alla fine non sono certamente tra le più belle della sua storia.

 

CONSIGLIERE D’AMO ( PIACENZA COMUNE )

Riparto da dove ha terminato Salice, e lo ringrazio della sua misura e anche della sua onestà intellettuale, visto che di questa pratica il 26 ottobre ho parlato per sedici pagine di verbale, e vorrei che, come ha fatto il consigliere Salice, ciò fosse anche tenuto presente.

Il punto di partenza è questo: questa pratica, secondo me, è una sconfitta per la nostra città. Ribadisco il perché: perché in una situazione che ha come destinazione di PRG precedente la variante una destinazione pubblica e dal punto di vista urbanistico e del PRG facilmente indirizzabile in senso pubblico, in particolare in senso scolastico, non siamo riusciti – mi ci metto anch’io per il quarantesimo di responsabilità che mi tocca stando qui dentro – non nell’ottobre del 2009, non siamo riusciti nel 2003, nel 2004, nel 2005, nel 2006, a creare le condizioni politiche per una soluzione diversa di questo problema. Questo è il primo punto ed è un punto non trascurabile. Perché? Perché noi spesso abbiamo questo problema: quella tal zona, quel tal posto è di un privato ed ha una destinazione ad uso privato, non possiamo farci niente; possiamo cercare di limitare i danni e di recuperare qualcosa. In questo caso, invece, avevamo un vantaggio di partenza e non lo abbiamo messo a frutto, lo abbiamo perso.

Ripeto: non faccio un’accusa specifica, certamente le accuse sono direttamente proporzionali alle responsabilità. Quindi, certamente, ci metto il Presidente della Provincia, ci metto il Sindaco della città, ci metto i consiglieri comunali, ci metto tutti quelli che avrebbero potuto muoversi per una soluzione diversa di questo problema e non l’hanno fatto.

Ricordo, perché mi sembra un grande assente in questa discussione e me ne dispiace abbastanza, che il 26 ottobre è stato approvato in quest’aula un ordine del giorno che dice di vedere se c’è la possibilità di raddrizzare un po’ questa pratica nel senso di un uso almeno parzialmente pubblico, che non leda gli interessi degli attuali proprietari privati, ma che vada nella direzione di consentire, per esempio, la possibilità di avere, non tra vent’anni ma presumibilmente nel giro di qualche anno, la disponibilità per alcuni istituti medi superiori di Piacenza di una palestra più degna e più decente di quelle che vengono utilizzate attualmente. E anche di questo vorrei che ci si ricordasse.

Ricordo – non l’ho detto il 26 ottobre, ma vendo assunto grande rilievo questa pratica, mi sono andato a vedere altre cose – che tra le regole generali del PRG c’è una quota di edilizia scolastica medio-superiore che è pari a 1,5 metri quadri per abitante, cioè per la nostra città 150.000 metri quadri, la quale quando il PRG vigente "Campos Venuti-Oliva" è stato approvato, prima adottato e poi approvato da questo Consiglio, non era compiuta, cioè gli edifici scolastici esistenti non erano pari a 1,5 per abitanti, ma a circ a lo0,9. Da allora alcune cose sono state fatte da questa Amministrazione Reggi A e Reggi B. Abbiamo raggiunto quello standard? Questa è un’altra cosa che dovremmo tenere presente.

Un’altra cosa che dovremmo tenere presente - citata nell’intervento del consigliere Vaciago - è che noi agiamo da diverso tempo in variante rispetto al PRG e non lo facciamo ancora alla luce della nuova legislazione PSC, POC, RUE ecc. ecc., ma dentro i margini del PRG: questo si può fare, ma a determinate condizioni previste dalla legislazione nazionale e regionale. Lo devo ricordare al consigliere Mazza, nel senso che esiste una legislazione che dice che si possono adottare delle varianti "di mezzo" tra il PRG e il PSC. Tutte le leggi che sono state citate qua, fino a quelle del 2000, in qualche modo regolano la possibilità di varianti in questo tipo di contesto. Tra i limiti di questa possibilità di varianti, in mezzo tra il PRG e l’adozione dei nuovi strumenti urbanistici, c’è un indicatore del 3%, cioè che queste varianti non devono eccedere del 3% rispetto al PRG esistente. Ora, noi abbiamo fatto qua alcuni piani in variante. E’ stato fatto un calcolo se eccedano o no il 3%? La Provincia ha esercitato la riguardo il suo ruolo di controllo? Questa è un’altra cosa che chiedo. Io non la so, quindi la chiedo.

Ancora un aspetto dubbio per quanto riguarda gli elementi procedurali. La normativa in base alla quale questa pratica è arrivata in Consiglio comunale prevede che la via del piano di recupero, diversamente da altre vie, abbia come condizione che l’intervento in questione sia presente nel PPA, cioè nel programma pluriennale di attuazione. Chiedo: è presente questo intervento sull’area ex Enel nel programma pluriennale di attuazione? Io credo di no, ma non lo so. Se sapessi di sì, direi di sì. Non lo so, quindi chiedo di verificare se sia presente.

C’è poi un ultimo punto che ho già sollevato e che ripeto brevissimamente, perché in realtà oggi io vorrei parlare di altre cose. Lo riprendo brevissimamente. Già allora, in sede di adozione il 26 ottobre, dissi che mi sembrava molto strano che la delibera di Giunta, e anche la relazione degli Uffici, proponessero una variante dall’art. 40 all’art. 18 delle N.T.A. vigenti. Perché l’art. 40 dice una roba cos’è, in questo caso amministrativo e funzione pubblica, e l’art. 18 dice dov’è. Ora, secondo me, c’era già in centro storico, il palazzo ex Enel. Cliccando sul sito del Comune alla voce PRG, risulta che certamente l’edificio in questione è classificato art. 40; risulta anche, ulteriormente, classificato come edificio di recente formazione, art. 20.04.04. Cioè, questo problema che ho cercato di porre è un problema assolutamente evidente. E’ evidente che una roba può essere definita in un articolo per la sua collocazione e in un altro articolo per la sua destinazione o funzione. Su questo punto specifico aggiungo una cosa. Si è fatta la scelta del piano di recupero, si è fatta la scelta della ristrutturazione edilizia. Chiedo, come ho cercato di dire il 26 ottobre, ma senza azzeccare l’articolo giusto, se nel caso di quel tipo di ristrutturazione edilizia, cioè il caso in cui viene tutto tirato giù e tutto interamente ricostruito, abbia ancora senso parlare di "recupero". "Piano di recupero" vuol dire tantissime cose, che vanno dal restauro conservativo a tirar giù tutto e rifar su tutto. Nel caso di tirar giù tutto e rifar su tutto, chiedo se si debba o no fare riferimento a quell’articolo delle norme tecniche di attuazione – se ne parla anche nella mozione del consigliere Vaciago – che è il 19.03.02, perché in questo caso il criterio con cui il legislatore ha cercato di ragionare, cioè nel caso di edifici non di valore storico e di recente formazione, quando tiri giù tutto e ritiri su tutto, è un criterio per cui, come si dice chiaramente qua, ci deve essere un "adeguato incremento di aree libere". Cioè, quando l’assessore Cacciatore in ottobre, e oggi nella prima seria parte del suo intervento, ha detto: "Lì non c’è nessun aumento di volumetria, anzi c’è una leggera diminuzione" - lo ha detto allora e lo ha ripetuto oggi - dice il vero in rapporto alla volumetria esistente. Non so se dica il vero a norma di questo articolo. Quindi chiedo se bisogna fare riferimento a questo articolo, o no, secondo il quale quando in centro storico tiri giù tutto e rimetti su tutto, ci deve guadagnare qualcosa l’aria, cioè devi ricalcolare ciò che è edificabile non sulla base di quello che c’era prima, ma sulla base di un rapporto che si chiama 1,3 metri quadri per 1 metro quadro, per cui, a partire dall’area del lotto, vengono fuori 3.000 o 3.500 metri e non 6.000 abbondanti.

Ripeto: è evidente che il progetto che è arrivato qua ha una volumetria inferiore a quello esistente. Il tema è se va applicato questo o nel caso di totale demolizione e ricostruzione non si deve, invece, fare riferimento a questo articolo, in cui è evidente lo spirito. Tant’è che si conclude dicendo che l’indice di… è questo e ci deve essere un adeguato incremento di aree libere, cioè se tiri giù, libera un po’ di aria.

Vengo alle cose che mi interessano di più oggi e su cui vorrei parlare le prossime sei ore, ma parlerò invece in un minuto. La prima cosa è questa: questo Consiglio comunale non è in grado di esercitare le funzioni di indirizzo e di controllo a cui è chiamato quando viene eletto. Questo è drammatico! Secondo: il Sindaco, la Giunta e – mi spiace dirlo – anche l’assessore Cacciatore, spesso non fanno nulla per aiutarlo. Perché non si ragiona con la logica che le persone devono capire, ma si ragiona con la logica che le persone devono votare secondo schieramento. Noi ci prendiamo delle responsabilità terribili senza capire bene cosa facciamo. Terzo: mi spiace veramente tanto di aver sentito la seconda parte dell’intervento dell’assessore Cacciatore, perché non c’entra niente. E perché se qualcuno fa così, noi non dobbiamo fare così, io, non ci sto. Secondo me, altri precedenti progettisti qua non c’entrano! Madri, figli, parenti ecc. non c’entrano niente! Mi dispiace veramente perché ho appena rilasciato una dichiarazione che dice che l’assessore Cacciatore è una persona seria, e secondo me era una persona seria anche perché non ci metteva di mezzo mogli, figli, parenti e neanche altri professionisti che qua non c’entrano, e secondo me non c’entrano e non devono entrarci. Io capisco l’amarezza, capisco la difficoltà, la tensione ecc. ecc., ma secondo me la seconsa parte del tuo intervento è stata una grave caduta di stile… Mi è spiaciuto! Perché dico queste cose? Perché uno dei motivi per cui non mi convinceva e per certi aspetti non mi convince la mozione del consigliere Vaciago è che non è vero, come dice il collega Salice, che stimo, che siccome sono contrario alla pratica, sono favorevole alla mozione. Non è così! Non c’è equivalenza tra una contrarietà a una pratica e chiedere le dimissioni di un assessore. Speravo di poterlo dire in un contesto diverso. Mi spiace che l’assessore Cacciatore abbia fatto quegli ultimi minuti in quel modo lì, perché le cose non stanno così. Io ho fatto liti furibonde qua dentro, ho citato l’assessore Carbone sul giornale ma perché mi serviva come riferimento alla passata consigliatura, perché era l’assessore all’Urbanistica. Non ho citato Reggi, lo citerò qua! Con lui ho avuto anche scontri con battute pesanti! Non mi è mai venuto in mente di chiedere le dimissioni di uno che prende 10 o 20 volte i voti che prendo io! Dopo di che, ognuno sta dalla sua parte, io mica ho il complesso perché prendo 10 o 20 volte voti in meno… Mi dispiace, non posso farci niente! Ma le dimissioni avvengono in due modi, qui ce lo dobbiamo dire e lo deve capire anche chi ci ascolta nel folto pubblico solo di oggi: avvengono perché ti dimettono gli elettori, oppure perché ti dimettono le coscienze. Non si chiedono le dimissioni degli altri, ti dimettono le coscienze! Chi ce l’ha si dimette, chi non ce l’ha non si dimette. Questo riguarda anche il panorama nazionale, altrimenti l’altra via della delegittimazione o legittimazione o rilegittimazione è quella elettorale.

Quindi mi dispiace molto che la discussione abbia preso questa piega, perché questa pratica, come molte altre, viene presentata non con la documentazione sufficiente, non si capisce bene che cosa si vota. Io stesso che ci ho lavorato su come pochi altri, certamente il collega Mazza e successivamente il collega Vaciago, ho capito delle robe dopo, che prima non avevo capito. Ho le stesse certezze e gli stessi dubbi che avevo due mesi fa: cioè sono certo che è una sconfitta politica, e ho dei forti dubbi sulla correttezza della procedura. Spero che ci siano delle risposte, non mi sono state date allora, le riproporrò in tutto il percorso, l’iter che va da qui all’approvazione che dovrà arrivare. Però qua bisogna anche guardarsi in faccia e dirsi dove dobbiamo andare. Allora la direzione dove dobbiamo andare noi, secondo me, c’entra con la valorizzazione di questo Consiglio. Non mi sentirete dire: è uno scontro all’interno della maggioranza. Ma cosa me ne frega? E se fosse, invece, tra uno di minoranza e la maggioranza? Il vero tema tema è: ma noi davvero esercitiamo una funzione di indirizzo e di controllo, oppure noi siamo giocati da quello che esce sui giornali, come è avvenuto in questi giorni? La documentazione. L’ho già vista, io, quella documentazione, lo so già che cosa non va nella faccenda "Cibic"! Non ho bisogno di leggere un’altra cosa, c’è scritto e l’ho detto qui e nessun giornale l’ha riportato! C’è un documento del Comune che dice: "A norma degli articoli talie talaltri, telefono a Cibic". No! A norma degli articoli tali, devi telefonare a un ordine professionale o a un’università: come fai a telefonare a Cibic? Non c’è bisogno di andare chissà dove! Ma non si riesce neanche ad argomentarlo! Noi discutiamo di cose larghissime e grandissime!

Sto abusando del tempo, chiedo scusa. Sono veramente in crisi! Le confesso, assessore, che mi ha messo in crisi la seconda parte del Suo intervento. Spero che riusciamo ad arrivare a una politica in cui non si debbano tirare a mano né che Lei deve dimettersi, né che i figli, i nipoti, ecc. ecc… Chiuderò con una bella svolta a destra: sono stato commosso stamattina dalla lettura di un’intervista a un Sindaco che non ho votato e che in campagna elettorale ho avversato, e che si chiama Guidotti.

 

CONSIGLIERE MARIPPI ( PER PIACENZA CON REGGI )

Intervengo a nome del gruppo per dire che… Io riprenderò una delle frasi con cui ha terminato Gianni D’Amo, a cui io credo particolarmente, cioè che non c’è equivalenza tra la contrarietà e l’approvazione di una pratica e il fatto di votare o meno la fiducia o la sfiducia nella persona dell’assessore Cacciatore. Per questo vorrei partire che la città oggi sta perdendo molto tempo, ce n’ha fatto perdere moltissimo questa mozione del consigliere Vaciago, nel senso che abbiamo capito, almeno quello che ho capito io, che questa mozione qua è dettata molto più dalla pancia che dalla testa. Mi viene da dire che questa è una mozione che è troppo intrisa di personalismi e che il merito del problema qui non entra mai, non c’entra niente.

Ne abbiamo già discusso di questa pratica per diverse ore e ognuno è rimasto nelle sue posizioni. Gianni pensa ancora che la città ne abbia perso, io sono ancora convinto che invece sia un’occasione. Faccio un piccolo inciso e poi non tornerò più su questa pratica. Per me, l’idea per cui bisogna scandalizzarsi perché quella era un’area a destinazione pubblica e quindi, in qualche modo, è stata fatta una variante e noi ne abbiamo perso in termini di interesse pubblico, è una foglia di fico. E’ una foglia di fico perché se quell’area era, negli anni ’70, non so quando perché forse sono troppo giovane, negli anni ’80 ero un bambino e quindi…, una destinazione pubblica perché il soggetto che ci stava dentro e che ci faceva una scuola era un soggetto pubblico, l’Enel, l’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica, nel momento in cui quel soggetto è diventato privato, e l’Enel oggi sai cosa fa? Massimizzazione degli utili. Ti invito ad andare a guardare i bilanci della società elettrica Enel…

- Interruzione –

Per me, viene un po’ meno l’idea per cui quella era una funzione pubblica perché l’Enel ci faceva dentro la scuola dei suoi impiegati e quant’altro, perché già aveva perso, in qualche modo, perdendo la proprietà, quella qualità di pubblica, aveva già perso in qualche modo quella finalità. Per me.

- Interruzione –

Dico anche questo: che il merito della pratica ha molto a che fare con le norme tecniche, di cui io non sono uno specialista. Mi sembra che l’intervento dell’assessore Cacciatore sia stato puntuale e preciso, come è lui. Io riconosco a Francesco questo: una grande preparazione. Ed è una cosa che questa città gli riconosce in maniera maggioritaria, io credo. Una grande competenza tecnica, oltre che una capacità di saper parlare alle persone!

Pur avendomele scritte queste cose, non tutte ancora le capisco. Capisco questo: che qui si è, secondo me, confuso più volte tra intervento che prevedeva una nuova costruzione e invece la ristrutturazione edilizia che consentiva come edificabilità massima tutto quello che già era costruito. Io dico che l’assessore è andato anche oltre, stimolato da questa mozione, ed è questo il passo in più che ha fatto lui e che le Amministrazioni pubbliche non dovrebbero fare, cioè quello di guardare in faccia a chi è il proprietario di quell’area e a quante volte quell’area è passata di mano, chi è questo proprietario e chi non è questo proprietario. Perché se noi ci mettiamo a fare una valutazione del merito delle proprietà di ogni intervento urbanistico che viene posto all’attenzione del Comune, secondo me perdiamo già dall’inizio quella che è la nostra funzione fondamentale, che è quella di far rispettare le leggi e i regolamenti al di là di chicchessia il proponente. Perché stimolato da tutte queste accuse sui giornali locali e anche dalla mozione, l’assessore ha ben ricostruito la storia di questa proprietà che secondo me non era tenuto fa fare. Perché noi, come Pubblica Amministrazione, non siamo tenuti ad alimentare la cultura del sospetto di "in quante mani è passata quest’area" che ha per oggetto questa pratica. Tutti i Sindaci che sono passati in questa città hanno controllato quante volte erano passate le aree che erano oggetto di pratiche in Comune in quanti mani diverse erano passati in precedenza, prima che la proprietà attuale proponesse un intervento della Pubblica Amministrazione? Io non lo credo, ma bene avevano fatto non farlo.

In più, entrando nel merito, l’assessore ci ha spiegato bene che non c’è stata una plusvalenza del 100% o, addirittura, da 500.000 a 9 milioni, direi il 2000%, ma ci ha spiegatocce siamo passati dagli 8.200.000 dell’ultimo proprietario, che credo fosse "Demofonte", ai 9.200.000 dell’ultima compra-vendita, cioè un aumento del 15% circa. Quindi smettiamo anche di insistere a sparare numeri che alimentano il sospetto, perché così non è. Perché questo è un po’, secondo me, lo spirito di questa mozione, cioè il tentativo di alimentare il sospetto. Allora io rispondo che questa Amministrazione ha lavorato per 7 anni, spero ancora per altri 2 e mezzo, con l’assoluta trasparenza. Io ho visto lavorare l’assessore Cacciatore con caparbietà, con capacità e con competenza, e tutte le volte che io non capivo alcune delle norme tecniche di attuazione del piano regolatore, sono andato a chiedere e mi è stato spiegato, se non da lui, dagli uffici.

Quello che differenzia, probabilmente, Te e me, Gianni, è questo: che io mi fido di quello che scrivono gli uffici quando dicono… Tu adesso chiedevi: questo scatolotto qua che abbiamo visto, ci è stato detto, può edificare non con l’indice 1,3 metri quadrati su metri quadri, ma con i volumi esistenti, perché trattasi di ristrutturazione edilizia. Questa è l’edificabilità massima…

- Interruzione –

Quello che può costruire, può eventualmente lasciare indietro qualcosa. Allora è giusto che lasci indietro di più o di meno, ti chiedevi? E io, effettivamente, mi fermo al parere tecnico, che dice in questa nota che ci è stata data dall’assessore: "La giurisprudenza in materia ha, infatti, stabilito che volumetria e sagoma rappresentano lo standard massimo di edificabilità in sede di ricostruzione, ferma la possibilità di utilizzarne in parte, ovvero con minori volumetrie e superficie".

Allora io dico questo: che alimentare sempre la cultura del sospetto sulle pratiche urbanistiche non fa bene a questa città. Soprattutto voglio rivendicare con forza che quello che è stato fatto in questo caso è assolutamente legittimo, non contro la legge.

Il consigliere Salice diceva anche che questa maggioranza, in questi anni, ha sofferto sulle pratiche urbanistiche. No, perché io c’ero anche l’altra volta. Questa maggioranza non ha sofferto sulle pratiche urbanistiche, e noi, sulle pratiche urbanistiche, siamo sempre stati abbastanza compatti. Lo abbiamo dimostrato con le 25 ore sul palazzo degli uffici, non sul bilancio, consigliere Caruso, con le 25 ore che abbiamo fatto in quest’aula rispondendo, passo passo, a ciascuno dei vostri emendamenti, tentativo di ostruzione. Che qualche volta da parte di questa maggioranza si sia alzata qualche voce contraria o qualche critica costruttiva anche dai nostri banchi, è perché di qua noi possiamo fare uscire qualche voce diversa, a differenza invece dell’altra parte dell’emisfero. Grazie.

 

CONSIGLIERE PALLAVICINI ( RIFONDAZIONE COMUNISTA )

Questa maggioranza ha avuto numerose difficoltà nei mesi addietro, negli anni addietro, credo, ma le ha sempre superate queste difficoltà con freddezza, tenendo i nervi saldi e andando a vedere le questioni singole nel merito. Possiamo dire che quello che non uccide rafforza. Non lo so se vale dentro al Consiglio comunale, però in un modo o nell’altro stiamo continuando a garantire un’amministrazione direi eccellente: ce lo dicono anche i dati e le statistiche nazionali alla nostra città. Certo, abbiamo assistito ad alcuni episodi che sono stati un po’ scomodi: il caso "Cibic" che viene sempre tirato in ballo a mio avviso anche in modo strumentale, ammettendo pure che vi sia stato – io ne sono sicuro – il massimo della buona fede, però, tuttavia, non si sarebbe verificato se, ad esempio, Rifondazione Comunista fosse stata ascoltata in merito alla proposta avanzata di affidare almeno parte della progettazione del nuovo palazzo uffici all’interno. Però lo abbiamo visto: anche lì si è cercato di prendere di petto un problema quando si verifica e di superarlo. Allo stato attuale delle cose, non è ancora finita la storia, però sembra che sia stato superato.

Anche stavolta siamo di fronte a un episodio scomodo, che stava addirittura assumendo dei tratti clamorosi, perché sicuramente è una mia esperienza, ma forse anche per il Comune in generale, è la prima volta che si propone una mozione di sfiducia personale. Io credo, con una provocazione, che forse sia paradossalmente meglio che venga anche affrontata in sede giudiziaria la questione. Questo lo dico perché dopo aver ascoltato la risposta dell’assessore Cacciatore, mi sembra che la ricostruzione storica e tecnica insieme che l’assessore ha portato, e lo dice una persona che ha molta difficoltà a maneggiare anche le normative, non è un tecnico, però mi sembra che questa ricostruzione storico-tecnica fughi ogni ombra di dubbio e ogni ombra di illegittimità della pratica.

Al contrario, mi fa venire un po’ di prurito il metodo, che non so se è preciso, ma mi viene da definire anti-politico, che viene utilizzato per portare questo attacco. Buttare fango sulle persone prima che sia evidente e chiaro e accertato che vi sia stato qualcosa di illegittimo, credo che raggiunga il solo effetto di allontanare le persone dalla politica, di alimentare un senso di sfiducia e di generalizzazione verso tutte le parti in causa e tutte le persone in qualche modo coinvolte, che non fa bene a questo Paese, che questo senso anti-politico ha sempre giovato ad una sola parte, cioè quella meno critica. Al contrario, penso che le questioni si debbano affrontare nel difetto e nel merito, come mi sembra che la risposta di Cacciatore abbia fatto.

Io sono in questo Consiglio comunale da tre anni quasi. Ero un bambino quando in questa sede arrivava la faccenda di Borgo Faxhall, però ho parlato con numerosi compagni di partito, amici, anche all’infuori di Rifondazione, e mi sembra veramente… Guardate, lo dico con grande sofferenza perché ho una grande stima dell’economista Vaciago, universalmente riconosciuto, quindi mi dispiace dire quello che sto per dire, ma il prurito che sento sul metodo lo sento dieci volte più forte se, come è vero, viene da chi, sotto la sua Giunta, aveva fatto riempire quella che adesso è l’area di Borgo Faxhall di striscioni con scritto: "Qui sorgerà un parco". Io mi ricordo che ero stato accompagnato da bambino a vedere: qua ci faranno il parco. E poi abbiamo trovato Borgo Faxhall, quindi il cemento e la cementificazione. Ecco, la funzione di moralizzatore non penso si addica.

Io non voglio entrare nel merito e dare dei giudizi su questioni affrontate quando avevo otto anni, ma dico anche che se io in prima persona fossi stato responsabile di quell’esempio di cementificazione, non proverei ad ergermi a moralizzatore. Questo, fermo restando il discorso del metodo che non mi piace.

Da persona che crede nel bene comune, rilevo tuttavia, perché mi sono espresso rispetto alla fiducia o sfiducia, che permane un problema: mi sembra giusto affrontarlo come feci, d’altra parte, in sede di votazione sulla pratica, ed è un problema che avevo già segnalato io, se non vado errato, anche la consigliera Rocchi e la consigliera Piroli, ovvero che comunque persiste la mancanza di uno spazio attrezzato per l’attività sportiva di licei che insistono su quell’area. E’ chiaro, è una suggestione che è naturale, che era venuta anche a me nell’approcciarmi alla pratica, poter pensare, penso sia legittimo che lì si poteva trovare una sistemazione. Ma io dico: non è un capolavoro di ipocrisia che rappresentanti del partito che amministra (Popolo della Libertà) la Provincia, cioè l’organo che ha competenza sulle strutture degli istituti di istruzione superiore, che venga tirato fuori questo elemento. Io penso che si dovrebbe andare a tirare per la giacca l’assessore Paparo, si dovrebbe andare a tirare per la giacca il Presidente della Provincia…

- Interruzione –

Lei ha la cattiva abitudine di non saper stare zitto.

Insomma, non diventiamo ipocriti!

Ho sentito una serie di questioni negli interventi dell’opposizione, in particolare dal consigliere Tassi, che mi hanno veramente fatto arrabbiare, perché, come al solito, questa opposizione sfrutta tutti i fatti ancora prima che essi vengano affrontati nel merito, per fare una carrellata, che io reputo veramente ipocrita, di tutto lo scibile umano. Sentivo che è stato citato addirittura il caso del disabile, sul quale, peraltro, invito la Giunta a riflettere, a intervenire, se non è il caso di fare qualcosa di più. E lo sentivo in bocca: chi, con la legge 30, li ha esclusi socialmente, impedendo quel limite minimo che c’era prima dell’assunzione dei disabili nei posti di lavoro. Quindi, insomma, tutta questa serie di carrellate: chi vuole sempre i parcheggi, i parcheggi, una volta che c’è qualche posto auto, non vanno più bene…! Insomma, una serie di ipocrisie che io reputo – ormai dopo tre anni penso di poterlo dire – siano uno standard nel loro ritorno ogniqualvolta si pone un problema che sistematicamente la destra rifiuta di affrontarlo nel merito, a fronte invece dal punto di vista dell’ottica della propaganda politica. Io credo che questo sollevi un problema, ovvero che la politica sta diventando un continuare a mettersi in mostra e un continuare ad inseguire le campagne elettorali: problema che è l’altro lato della medaglia rispetto a quell’anti-politica che io – dicevo all’inizio dell’intervento – penso venga stimolata da questo metodo.

Ripeto: nel merito, la replica dell’assessore mi ha convinto. Volevo sfruttare l’occasione per cercare di stare sul pratico, perché penso che nonostante tutte le difficoltà, come dicevo prima sempre superate, ha contraddistinguere quella Giunta è stato il fatto di stare molto sul pratico, in particolare sul sociale: tutte cose di cui andare fieri. Però preferivo utilizzare questo mio intervento per cercare di parlare di qualcosa di pratico.

Attiviamoci, magari, nei confronti della Provincia per la questione della palestra, attiviamoci per cercare di stoppare sul nascere tutte quelle piccole cose che sentivo negli interventi dell’opposizione, che potrebbero dare adito a sterili polemiche.

- Interruzione –

Eh no, caro consigliere, perché se voi parlate d’altro, io poi vi rispondo su quello. Comunque mi sembra che l’opinione nostra in merito sia passata dal mio intervento.

Cerchiamo di fare da qualche altra parte quel parco che doveva esserci a Borgo Faxhall, che non fa mai male.

 

 

 

 

CONSIGLIERE PUTZU ( POPOLO DELLA LIBERTA’ )

Direi che in questa vicenda si miscelano due situazioni: una è la vicenda tecnica e l’altra è la vicenda morale, che non si riesce questa sera a districare l’una dall’altra.

Per quanto riguarda la vicenda tecnica, è chiaro ed evidente che non è richiesto per fare il consigliere comunale la laurea in Ingegneria, in Medicina, in Legge. Sarebbe forse giusto, ma questo non è previsto. Tuttavia, come qualcuno ha detto, dissento da quello che qualcuno ha detto, la non competenza tecnica deve egualmente spingere un consigliere comunale, magari confrontandosi con un consulente, a verificare e a colmare il gap culturale che magari dovesse presentare in quel particolare frangente. Quindi è un dovere del consigliere comunale quello di cercare di approfondire i temi laddove si è più carenti.

La vicenda tecnica è la risultante di quello che succede in Italia in tutti i Comuni, ovverosia: di fronte a un’area di Tizio, Caio può, per legge, andare dall’Amministrazione comunale, intrattenere una sorta di rapporto dicendo: "Su quell’area, in ipotesi, se io costruissi un palazzo" e con l’Amministrazione "concordare" eventuali opere di compensazione. Questo è previsto.

- Interruzione –

E’ una legge nazionale. Non ti so dire il numero, ma sono andato a verificare.

Quindi, in largo anticipo un’impresa, un soggetto privato, può andare a "trattare" o concertare ipotizzando un futuro di quell’area, di cui neanche è proprietario, successivamente, acquisendo quell’area e avendo quindi una sorta di progetto già sufficientemente definitivo, andare con l’Amministrazione comunale a confermare quello che è il progetto iniziale. Qui, tuttavia, casca l’asino, perché nel caso in questione stiamo parlando di un immobile che era destinato ad un particolare uso. Nulla tange il discorso del consigliere Marippi, che non ha capito niente. Cioè, che il proprietario fosse l’Enel oppure fosse qualsiasi altro soggetto, l’utilizzo pubblico, la preparazione dei quadri intermedi, nulla tange. Noi stiamo parlando di interesse pubblico per la cittadinanza. Essendo noi amministratori pubblici, dobbiamo fare in modo che un’eventuale variazione edilizia preveda un congruo interesse pubblico.

Ora, su questo argomento poco si è dibattuto. Qual è la foglia di fico, l’interesse pubblico che ha consentito la variante urbanistica? Il famoso parcheggio interrato dei 50 posti. Ora, è pur vero che in zona noi siamo carenti di parcheggio pubblico, è pur vero che latita, ma in ogni caso, ogni tanto, è rispolverata l’ipotesi di un parcheggio interrato in piazza Cittadella, ultimamente smentito dall’ipotesi di acquisire aree militari che potrebbero essere in parte adibite a parcheggio a raso. In ogni caso, siamo carenti di parcheggio, quindi dice: "Io porto a casa con largo anticipo questo risultato a favore della cittadinanza di 50 posti, e questo è l’interesse pubblico".

Come è già stato ribadito, i 50 posti auto che saranno eventualmente presenti in questo immobile, saranno ad uso principalmente di chi, libero professionista, dovesse eventualmente installare lì la propria attività economica, commerciale, imprenditoriale o libera professionale, consentendo quindi una facilità di accesso ai propri clienti. Faccio un esempio: se io, medico, volessi posizionarmi in centro storico, mi interesserebbe molto avere la possibilità di poter concedere, previo pagamento di una tariffa assolutamente risibile, il parcheggio sotto al mio ambulatorio, oppure, fossi un avvocato, per le due ore di consulenza, facilitare l’accesso alla mia attività imprenditoriale. Conseguentemente, ritengo che i 50 posti auto saranno forse, probabilmente, disponibili alla domenica mattina – questo concetto l’ho già espresso più di una volta – per i rari turisti che dovessero avere la disavventura di venire a Piacenza in questi periodi. Quindi,la vicenda tecnica, sostanzialmente, è questa.

Ora, chi controlla l’operato dell’Amministrazione comunale? Cioè, adesso sembra che chiedere delle informazioni e conseguentemente sollevare anche dei sospetti che possono anche essere letti in variegato modo, sia legittimo da parte del consigliere comunale. Nel caso in questione è stato il consigliere Vaciago. Cioè: chi controlla l’operato dell’Amministrazione?

Torno al caso "Cibic". Come è saltato fuori il caso "Cibic"? Perché un privato ha fatto il controllo e si è accordo dell’irregolarità, un certo ingegnere o architetto Dilani: è stato lui ad accorgersi che c’era la gabola dell’arch. Cibic. La chiamo "gabola" perché di fronte alla risposta pubblicata sui giornali che il Sindaco attuale ha reso alla radio locale, su domanda precisa, chi ha nominato Cibic, la risposta è stata: "Chi lo sa". E’ una battuta carnevalesca. D’altra parte, fra poco è Carnevale. Il caso "Cibic" è stato tirato fuori non da un auto-controllo al nostro interno, ma da una persona esterna, quindi è assolutamente legittimo che nel caso in questione sia il consigliere Vaciago a chiedere.

Oggi, tanto per spiegarvi che i controlli il Comune non li fa, l’Ufficio di Igiene ha fatto smammare i dipendenti comunali che erano sottoposti alle visite della Medicina del Lavoro. Farò oggetto di un’interrogazione questa questione che si è verificata oggi. Ovverosia: chi ha vinto l’appalto e deve fare le visite obbligatorie di Medicina del Lavoro, le faceva in un ambulatorio che non aveva le idonee caratteristiche dal punto di vista sanitario e igienico. Su denuncia di un privato cittadino, questa mattina l’Igiene Pubblica ha fatto sgomberare i locali. Forse non c’è malizia, ma chi controlla l’operato?

Allora non dovete prendervela se chiediamo ogni tanto che voi siate controllati. Non è sempre una espressione di sfiducia, ma è una espressione congrua del nostro diritto-dovere, che è quello di essere stati eletti per controllare anche l’operato… E’ uno dei doveri del consigliere comunale, poi c’è quello della proposta, su cui probabilmente latitiamo.

Mi fa strano anche ribadire come molti abbiano sostanzialmente detto che è corretto quello che dice l’assessore Cacciatore e scorretto quello che dice Vaciago, pur anticipando: "Non mi intendo di queste cose, però quello che ha detto Cacciatore è giusto, quello che ha detto Vaciago è sbagliato". Io sospendo almeno il giudizio, perché secondo me pariteticamente sono validi sia le giustificazioni dell’uno che dell’altro. Poi se è come scrivono i giornali, ci sarà ben qualcun altro che verificherà.

A proposito di giornali, chiedo ufficialmente che l’Amministrazione smentisca quello che è comparso sabato 30 gennaio su uno dei quotidiani locali, dove si adombrano altre irregolarità per quanto riguarda il caso "palazzo uffici". Quindi chiedo formalmente che ci sia una presa di posizione chiara, nel nome della trasparenza più volte evocata, nel nome dell’onestà e della trasparenza. Però la trasparenza, l’onestà e la correttezza vengono riconosciuti più facilmente a chi non fa dell’auto-referenzialità il suo modus operativo. Quindi, se si è troppo referenziali oppure anche un po’ arroganti, non si ottiene una condivisione immediata sul concetto della trasparenza e della chiarezza e del comportamento corretto.

Mi piace ricordare che non è da ieri che si parla di "questione morale", cioè di onestà e di trasparenza. Quindi questo sta a significare che se ci sono spesso delle contestazioni su questo argomento, ci si deve chiedere anche il perché. Il 27 dicembre 2004, il Sindaco dice: "Il punto di forza dell’Amministrazione è la passione e tanta onestà, senza alcun ritorno personale". Questa ultima frase ha il rischio della frase un po’ freudiana, nel senso che il ritorno personale, ovviamente per chi pretende di amministrare il bene pubblico, è assolutamente proibito dalla morale e dalla legge. Questo probabilmente è quello che fate, però c’è certamente un deficit di chiarezza e di comunicazione. Forse solamente qua dentro, non so, ma in ogni caso io spesse volte non mi sento sufficientemente tutelato dal punto di vista del chiarimento dei problemi che ho da chi amministra questa città.

 

CONSIGLIERE FRONTINI ( PIACENZA LIBERA )

Primo, un’osservazione: se facessimo, ipoteticamente, un rewind di questo Consiglio comunale, pensassimo alla seconda o alla terza seduta, e improvvisamente ci calassimo in quella odierna, ad un osservatore normale verrebbe da dire: Ma cos’è successo? O il collega Vaciago, di maggioranza, è improvvisamente impazzito, oppure è successa una cosa talmente grave nell’Amministrazione che non è più sostenibile un rapporto interno, di dialettica interna, normale". Questo per sintetizzare al massimo. Ebbene, io credo che da opposizione, e in questo caso mi auguro che possa essere intesa positivamente da parte della maggioranza, credo sia opportuno abbassare i toni. Tuttavia, così come non posso pensare, perché ne ho troppo stima e non solo tecnica, che le osservazioni avanzate dal collega Vaciago siano campate per aria. Tutt’altro. Così come ho altrettanta stima e ho sempre apprezzato anche la disponibilità nell’affrontare una, due, tre o quattro volte, quindi con confronti serrati da parte del Vice Sindaco, io credo che la cosa migliore in questa fase sia proprio quella di raccogliere l’invito che ha fatto il collega Vaciago e incominciare a ridiscutere la questione, ma serenamente.

Io non credo, ad esempio, che se questa mozione non passasse, il collega Vaciago dovrebbe dimettersi dal Consiglio. Assolutamente! La richiesta delle dimissioni o comunque di ritirare le deleghe rientra pienamente nella legittimità di un consigliere comunale, rientra nelle sue facoltà. Ecco, in questo caso, a differenza del collega D’Amo, non credo che sia solo una questione squisitamente di coscienze personali. Penso che, se ritenuto tale in totale serenità da parte di un consigliere comunale, sia opportuno per il bene della cosa pubblica, a seguito di una serie di analisi, ritenere di contenere in questo modo come extrema ratio il danno che si sta facendo alla cosa pubblica, io credo che questo possa rientrare nelle prerogative di un consigliere comunale.

Rispondendo invece al collega Marippi, non credo che si stia perdendo tempo, non credo che la città abbia perso tempo oggi nell’affrontare nuovamente questo argomento! Anzi, c’è la possibilità che ne abbia guadagnato. Ovviamente lo dico da una parte politica che ha votato contro questa pratica perché non la vede positivamente. Quindi, dal nostro punto di vista, ben venga una nuova opportunità per ridiscuterne.

Non aggiungo altro perché sarei ripetitivo, se non l’ultimissima considerazione. Insomma, se siamo riusciti e siamo nel metà mandato, sono stati spesi circa 70.000 euro per fare una valutazione di metà mandato, con questa coincidenza, io suggerirei di fare una valutazione su quelli che sono stati gli attriti ad oggi sorti nella città, ma non solo da questa seconda Amministrazione, già dalla prima. L’ultimo caso è stato quello dei bocciofili, quindi sarebbe anche abbastanza facile ricordare tutte le frizioni, tutti gli scontri importanti, non solo legati a pratiche urbanistiche, come è stato detto giustamente in precedenza, ma scontri vivaci con la città, con i residenti. Quando si fanno opere che la gente non vuole, quando si scelgono priorità che la gente non condivide, si è riusciti a discutere all’interno della maggioranza, però anche con associazioni, associazioni di volontariato, con le stesse società partecipate. Quindi pensate alla fine della questione "Tutor". Questo era un argomento sul quale avevo presentato una mozione di sfiducia, anzi il ritiro delle deleghe, che è cosa diversa, all’assessore Fellegara, che poi quest’aula non approvò, e che ritenni in quell’occasione che ci fossero gli estremi per considerare un gravissimo danno quello che si stava correndo, che si era rischiato di correre. Cosa testimoniata tra l’altro dalle diverse realtà formative che ben conoscono la storia della questione. Siamo riusciti a litigare con il personale, in particolare con quello degli asili, con i commercianti, con gli ambulanti, con tutti! Quindi questo, in estrema sintesi, credo possa essere un messaggio per cambiare rotta.

 

CONSIGLIERE ROMERSI ( PARTITO DEMOCRATICO )

"L’Italia è un Paese che da quindici anni non cresce più", l’abbiamo ascoltata alcune volte questa frase in questo Consiglio, ma non cresce più oltre che per i rilievi socio-economici a noi tutti chiari, anche per il tempo e le risorse perse in questo Paese a distruggersi, a delegittimarsi a vicenda. Disfare invece che costruire, con sotto la filosofia: "Se non posso fare qualcosa io, allora tanto meno lo devi fare tu, e posso arrivare anche ad utilizzare le calunnie per impedirlo". Questo lo vediamo a livello nazionale, lo abbiamo visto anche, a volte, a livello locale, come il cercare di fermare chi fa sia, a volte, la priorità della propria azione economica e politica.

Su questo argomento, in questa mozione tocchiamo questo argomento con due aspetti. Il primo è un dato di fatto politico che pensavamo non c’entrasse niente con questa situazione, cioè che il Sindaco Reggi è durato di più di molti Sindaci che lo hanno preceduto. Perché è durato di più? Perché, anche per le sue caratteristiche e determinazione, ha fatto molto di più. Però quando un’Amministrazione tocca sensibilità vicine a chi ha amministrato in precedenza, probabilmente chi ha amministrato in precedenza cerca di muoversi nel modo che più gli viene naturale.

Io penso che se poteva esserci il minimo dubbio sull’operato e sulle parole del collega Vaciago, l’esposizione oggi dell’assessore ha smontato clamorosamente ed inequivocabilmente le falsità portate a corredo da questa mozione, clamorosamente ed inequivocabilmente sui due piani principali, il primo il valore economico: non è vero che c’è stato un plusvalore che tra l’altro abbia influenzato le scelte del Comune nei valori riportati dal consigliere Vaciago. Il secondo, sull’iter burocratico. Qui hanno già detto tutti molto: ho notato che negli interventi che mi hanno preceduto, molti non hanno ascoltato la replica dell’assessore Cacciatore, che punto per punto, non solo nello scritto ma anche nel suo intervento, ha ribattuto sull’iter burocratico proceduramentale della pratica. Aggiungo solo una cosa: questo era un ambito dedicato a sedi amministrative, che vuol dire servizi, non vuol dire a uffici pubblici, quindi quando il Comune ha visto presentata la domanda di chi ha presentato la domanda per il progetto, quello ha dovuto trattare, con quelle caratteristiche, con quelle potenzialità che noi sappiamo. E mi spiace anche che dagli interventi che sono stati preceduti, l’interesse pubblico, pur evidente e pur presente, non sia stato sottolineato.

Ringraziamo, quindi, l’assessore per la chiarezza nell’esposizione, di tutta l’esposizione, dall’inizio alla fine, che ha permesso anche di cogliere il comportamento dietro a questo tipo di mozione. Lo ringraziamo anche per la pazienza di questi mesi, nella quale non solo sono volati stracci, ma anche accuse molto precise e che oggi ha puntualmente rispedito al mittente. Lo ringraziamo anche per il percorso di coinvolgimento della maggioranza su questa pratica, per le spiegazioni che ci ha dato prima e dopo e durante il Consiglio famoso, che ci hanno aiutato non solo a capire la portata dell’operazione, la bontà dell’azione dell’Amministrazione, ma anche quanto siano fuorvianti le accuse che abbiamo sentito.

Certo, l’ho denunciato anche il 26 ottobre, il collega Vaciago non c’era con la maggioranza a fare questo percorso. E questo penso abbia portato anche a queste situazioni. Però con queste accuse, ha lasciato anche intendere qualcosa di più, cioè qualcosa sull’affidabilità e l’onestà del Vice Sindaco e di questa Amministrazione. Su questo dobbiamo essere molto chiari. Se in privato il collega Vaciago mi avesse detto che Sindaco e Vice Sindaco avessero rubato anche un solo pacchetto di caramelli, non gli avrei creduto, e penso che non gli avrebbero creduto molti dei presenti anche seduti nei banchi della minoranza. Entrambi provengono, infatti, da culture precise, con un percorso chiaro che tutti conoscono e che fanno del loro comportamento un punto fermo di questa Amministrazione e della nostra politica, e hanno una caratteristica che gli abbiamo riconosciuto: in tutte le pratiche che abbiamo affrontato, anche in momenti di scontro e di approfondimento, scelgono sempre il bene per la città. Quindi questo, in una situazione di accusa come fatta dal consigliere Vaciago, è ancora più grave, secondo me.

Ma vorrei dire anche al Popolo della Libertà, coi quali non ci tiriamo mai indietro anche con un tentativo di dialogo e di confronto, di non cercare scorciatoie, di non cercare di mettere sullo stesso piano il parere negativo della pratica col voto di sfiducia ad una persona e ad una Giunta: farebbero un grave errore, e loro lo sanno, perché sarebbe un voto dettato solo da un moto politico di contrarietà e non per fare chiarezza su questa singola accusa. Questo lo dico perché sapete che tornerà questa pratica per l’approvazione, quindi ci sarà modo ancora di vedere le osservazioni, di parlare di questa pratica. Adesso parliamo di questa singola accusa.

In sintesi, "no" diciamo in modo forte e chiaro ad una mozione cattiva e infamante, e siamo ancora più tristi per la cattiveria che ha portato questo comportamento. No ad una mozione che ha fatto male alla città. Io non sarei così orgoglioso di sputtanare Piacenza sui quotidiani nazionali, neanche se avessi ragione nelle mie accuse. L’assessore ha dimostrato il torto marcio delle accuse, ma neanche se avessi ragione farei quello che ha fatto il consigliere parlando della sua città. No ad un atteggiamento di un ex Sindaco che attacca i suoi ex collaboratori in questo modo, soprattutto no ad una visione della politica che vuole premiare le parole dei famosi contro l’agire degli operosi.

Concludo, Presidente. Ci prendiamo sulle spalle anche oggi, insieme alle persone di buona volontà che non voteranno a favore di questa pratica, il peso di cambiare la città fisicamente, culturalmente e politicamente. Lo facciamo con convinzione, onestà e fiducia nell’operato di questa Giunta e fiducia nel futuro della città.

 

CONSIGLIERE POLLEDRI ( LEGA NORD PADANIA )

Ve la siete cantata e ve la siete suonata, però non è che l’avete difeso poi tanto il Vice Sindaco! E poi devo dire che se c’è una cosa forse che va chiarita e che credo l’opposizione ha voluto chiarire, che forse qualcuno lo dirà alla fine, sicuramente il Sindaco che distribuirà bacchettate rassicuranti a tutti, come al solito. Ma insomma, non è che in Giunta ci fosse da solo! Capisco che la pratica passa preventivamente sul suo tavolo, ma vogliamo dire che magari anche qualcun altro… L’ha detto Romersi: abbiamo condiviso in maggioranza. Immagino che non abbiate discusso molto sui dettagli, ecc., però avete condiviso questa cosa. Però mi è sembrato un po’ solo, assessore! E anche gli stracci sono volati alti!

Io ho sempre criticato – e c’è traccia – anche quando l’on Santanché si è presentata da noi parlando male di Veronica Lario. Le mogli si lasciano stare, si lasciano a casa, la moglie del consigliere ha diritto a stare a casa sua, il figlio ha diritto a stare a casa sua! Perché Lei ha fatto due errore questa sera. La prima: non ho ben capito cosa sia venuta a fare, cosa sia venuta a dire, cosa siano venuti a parlare, però ne parlava o in tono – scusi – un pochettino mafioso per dire: "Ti accenno qualcosa, occhio che posso dire qualcosa d’altro", oppure che è qualcosa di irrituale o qualcosa al limite del legale. Ma oggi lo dice perché non andate d’accordo. Allora, con quelli con cui andate d’accordo, queste cose sono all’ordine del giorno? Cioè, c’è la processione delle mogli, dei cugini? Che non c’è niente di male ad avere qualcuno che possa anche chiedere un piacere, però detto così, chissà che interessi avevano da reclamare! Allora lo dice adesso perché ha litigato! Se non avesse litigato… Ripeto: c’è una fila di altre persone che si presentano con qualcosa di irrituale? La conosco, penso che Lei sia un galantuomo, però messa giù così, si metta nei nostri panni…!

Il secondo discorso. Vi siete avventurati in questo discorso della valutazione, perché il dubbio… Lasciamo perdere la validità dal punto di vista amministrativo. Poi ci ritorniamo, l’art. 51, l’art. 19, l’art. 20, è una ristrutturazione edilizia, D’Amo che ne capisce cento volte più di me e dice di no, la volumetria non è uguale, Lei dice di mandare a casa i diciotto, lui dice di mandarne a casa un altro, ecc.: si fa un po’ fatica pensare che questo immobile, come voi dite, nel piano di recupero non sia nelle zone storiche del centro storico. Si fa un po’ fatica, abbiamo già visto che l’avete detto. Ma vi siete avventurati sul tema di quanto costa, quanto l’hanno pagato. Io avrei detto: "A voi cosa ve ne frega? Perché voi dovete andare a dire a quanto hanno comprato un immobile o a quanto l’hanno venduto?". A meno che, in qualche modo, le accuse del consigliere Vaciago, velate, non abbiano in qualche modo colpito nel segno. Per … imprenditoriale, dovreste dire: "Sono affari dell’immobiliare che l’ha comprato". L’ha comprato a 9 milioni? Affari loro. La rivenderà a 11? Meglio per loro. Ma voi cosa vi andate ad avventurare? Sbagliate poi, perché se allora andate a percorrere un cammino, sbagliate. E vi dico dove sbagliate. Il primo passaggio che è stato ricostruito è quello della prima vendita dalla società dell’Enel, che decide poi di alienare all’altra controllata, Enel Real Estate, Dalmazia Trieste. Vende terreni, immobili – questo nel 2003 – per 105 milioni. Allora i colleghi hanno poi parlato di aumento e quant’altro. Nei 105 milioni c’è l’immobile di Piacenza di 5 milioni e 4, in cui, se andate a vedere il documento del notaio: "Valori di conferimento. Non si è utilizzato lo sconto proprio perché il patrimonio oggetto del conferimento è composto prevalentemente di aree da sviluppare, in cui sono previsti elevati sconti collegati al rischio urbanistico dello sviluppo". Quindi costa 5 milioni e 4 perché c’è un rischio urbanistico di sviluppo. Viene venduto poi alla seconda immobiliare, dove mi riservo poi, ovviamente, di fare tutte le verifiche parlamentari…

- Interruzione –

E’ la "Demofonte". La "Demofonte" li paga 132 milioni, quindi alla fine, dopo due anni, un 15/20% in più. Se volessimo applicare, dovremmo dire: da 5 milioni potremmo pagarlo 6, al massimo. E giustamente l’azienda la paga 9.350.000. E’ un problema suo. Voi dovete in qualche modo dimostrare – pensate di averlo fatto – che tutte le pratiche sono regolari. E’ evidente – e lo sappiamo tutti – che lo stesso immobile ha girato Piacenza per 7 milioni. E se qualcuno della Procura mi invierà a parlarne, sarò pronto a dare i dati. Non è stato preso perché, evidentemente, ci sono dei rischi. Quindi questa è la seconda scusa che non andava richiesta.

Ci sono alcuni argomenti, forse volando un pochino più alto, dagli stracci che sono girati. Il primo: perché questo immobile, che era sede di un’attività dell’Enel importante come una scuola, è stato lasciato andare tranquillamente? Io ricordo che in passato ci interessammo anche con il Sindaco e riuscimmo a ottenere. Per un periodo l’Enel garantì ancora il mantenimento di una scuola. Vi ricordo che uguale operazione di pressione è stata fatta per l’Eni a Cortemaggiore. A Cortemaggiore c’è una sede dove vanno a fare dei corsi tutti, gran parte del personale Eni. Allora avete avuto un governo passato in cui, probabilmente, nessuno se n’è occupato. Ma neanche voi mi sembra che si sia levato l’interesse da parte di qualcuno di andare a bussare da Fulvio Conti e di dirgli: "Scusate, ma non è che magari lo riattate o fate qualcosa?". Questa è la prima, volando un pochino più alto dalle cose un po’ maleodoranti, argomentazioni e discussioni che si sente.

La seconda. E’ già stato citato anche da altri, dal collega Mazza, in una precedente discussione. Si poteva aspettare il PSC? Forse sì. Si poteva fare qualche volta un discorso un po’ organico? Forse sì. Si poteva magari evitare questa variante del piano regolatore, con tutto quello che comporterà? Il collega Vaciago prima citava una sentenza del TAR. Andatela a vedere! Se qualcuno fa un ricorso al TAR, rischia di grosso una pratica di questo tipo! Ma perché non si è, quanto meno… L’assessore Cacciatore parlava della porta della città: allora perché non si è pensato a un minimo di intervento comune con la "Camuzzi" o con quant’altro? Perché non si sono ricevuti i 1.500 studenti che hanno firmato? Si riceve tutti, si riceve sempre tutti! Mica tutti 1.500, ricevetene uno! Perché non si è pensato veramente, allora,di fare un ragionamento globale?

Noi non siamo contro gli investitori, assolutamente! Investitori seri ce ne fossero! E probabilmente, se questi, come immagino che siano, sono investitori seri, avrebbero accettato anche dal Comune un discorso un po’ più largo, avrebbero accettato dal Comune un discorso più largo e non ci sarebbe stato niente di male a proporre un investitore serio, una riqualificazione globale!

Chiudo dicendo che la discussione è stata approfondita anche sul piano tecnico. Resta un tessuto politico profondamente lacerato, profondamente lacerato anche dall’intervento di prima. Io voglio dare la mia solidarietà al collega Galvani. Non mi sento di guardare le pagliuzze negli occhi degli altri, ho sempre detto che probabilmente un atto di scuse sarebbe stato ottimale nei confronti soprattutto dei diversamente abili. E ringrazio Galvani, perché non si può portare Galvani in campagna elettorale, lo si porta in giro: "Adesso mettiamo a posto tutto, sistemiamo le barriere architettoniche, viva Galvani che ci fa prendere i voti!". Poi, quando Galvani, giustamente, gli fumano anche un po’… Magari avrà sbagliato nei toni, non lo so, però le persone vanno accettate con i loro pregi, ma anche con i loro difetti. Grazie.

 

 

SINDACO REGGI

Grazie, Presidente. Credo che il dibattito abbia fatto emergere tre questioni legate alla mozione del consigliere Vaciago: una questione tecnica, una più prettamente politica e, quella che più profondamente ha colpito i soggetti interessati, di ordine morale. Proverò con i pochi minuti a disposizione a esprimere la mia posizione su questi tre temi.

Intanto sulla questione tecnica, mi sembra che l’Assessore abbia dato ampiamente risposta a tutti i quesiti che il consigliere Vaciago ha posto in essere con un’ampia dovizia di particolari, rispondendo anche a delle illazioni che non erano esplicitate in maniera definita nella mozione, ma che il consigliere Vaciago ha preferito esplicitare sugli organi di stampa, a livello locale e nazionale, facendo fare a tutti noi una brutta figura.

Credo che tutti quanti si siano resi conto della differenza di approfondimento di contenuti e di risposte: una assolutamente inconsistente, quella del consigliere Vaciago; una completa ed efficace, da parte dell’assessore Cacciatore.

Anche la richiesta di togliere dalla discussione e dalla votazione la mozione, mi sembra un escamotage dell’ultimo minuto per salvarsi in calcio d’angolo. Siccome neanche qui funziona, perché, consigliere Vaciago, qui abbiamo un percorso che ci permette (lo ha già detto il capogruppo del PD) di tornare in Consiglio Comunale ad affrontare ancora ampiamente tutti i temi in fase di approvazione, visto che abbiamo fatto soltanto la prima parte, l’adozione; torneremo in approvazione e in quella occasione potremo ribadire tutte le nostre considerazioni, fare le proposte di ulteriore miglioramento, l’interesse pubblico che è comunque evidente, come sono stati evidenti tutti gli interessi pubblici degli interventi precedenti, da 7 anni e mezzo a questa parte.

Anche sul tema della conflittualità sulle pratiche urbanistiche, noi da quando siamo arrivati (parlo di noi come coalizione politica) nel 2001 abbiamo attuato oltre l’80% del piano regolatore, decine e decine di interventi molto significativi in questa città, prendendo per buono un piano regolatore adottato dalla Giunta Vaciago, di cui sono orgoglioso di aver fatto parte, e approvato dalla Giunta Guidotti, che ci ha consegnato un piano regolatore che in campagna elettorale dicemmo di non voler cambiare. L’abbiamo attuato per l’80%. Sull’80%, decine e decine di piani, su due abbiamo avuto le criticità che la minoranza cerca di far apparire drammatiche: su via Venturini, con un problema analogo di interesse pubblico. C’erano diverse interpretazioni: la maggioranza diceva che c’era, qualcuno della maggioranza, che poi è passato in minoranza, diceva che non c’era insieme alla minoranza; e questa vicenda. Se volete, su questa vicenda neanche, perché in realtà su questa vicenda non c’è altro problema se non quello sollevato …

- Interruzione (il consigliere Tassi parla a microfono spento) -

Sull’ex Acna, voi sapete che il tema è stato affrontato, approfondito anche in maniera molto intensa ed è stata presa una decisione che è quella che avete approvato poi voi definitivamente. Per cui anche su questa, la conflittualità, che mi sembra assolutamente normale, è auspicabile nel momento in cui si trattano trasformazioni urbanistiche di tale importanza, è finita con un ritiro di una pratica e l’inserimento di un’altra. Mi sembra che questa millantata conflittualità che spacca la maggioranza, l’ha spaccata in passato, francamente non è corrispondente al vero. È chiaro che in tutte le città, in tutto il paese le questioni urbanistiche creano problemi, perché poi sono quelle che determinano lo sviluppo della città.

Sul tema della questione tecnica, mi sembra assolutamente chiaro qual è la risposta giusta a questa mozione.

Sul tema politico, anche sulle esigenze … Massimo, io non volevo dirlo, ma Tu lo hai detto e lo riprendo, proprio avevo deciso di non dirlo. Siccome l’avevamo difesa insieme la "Sfera", il problema, Massimo, è che "Sfera" ha chiuso col governo Berlusconi e c’eri Tu come parlamentare. Se Tu vuoi tirarle fuori … Io non volevo farlo, ma visto che lo hai tirato fuori Tu, "Sfera" ha chiuso i battenti …. "Sfera" era la società di formazione dell’Enel che abbiamo difeso assieme, abbiamo provato a difendere insieme, finché poi Enel, quando si è riorganizzata ed è diventata privata, ha deciso: "Ragazzi, sapete cosa c’è? Facciamo noi, la formazione la facciamo dove abbiamo voglia, la facciamo a Roma e la chiudiamo lì". È stata una battaglia che io ho fatto da Sindaco, Massimo l’ha fatta da parlamentare, ma è stata chiusa quando c’era il governo Berlusconi, non quando c’era il governo Prodi. Lo dico per correttezza. Non volevo parlarne, Massimo, ma visto che l’hai tirata fuori …

Detto questo, da quando si è chiusa quella vicenda non c’è stato nessuno strumento pianificatorio, programmatorio, scolastico, che ha chiesto di fare lì una scuola. Non c’è stato uno. A noi nessuno ha chiesto di fare una scuola media, dove abbiamo la competenza, ma non mi risulta che alla Provincia nessuno abbia chiesto di fare una scuola superiore. Nessuno strumento di programmazione.

Ballerini, succede così: sono gli strumenti di programmazione che chiedono, non sono quelli che passano e dicono: "Mi piacerebbe fare una scuola lì" o "raccolgo le firme". Funziona così l’Amministrazione pubblica: ci sono gli strumenti di pianificazione. Non c’è mai stato chiesto. Nessuno pensa di spendere 10 milioni di euro, che poi dobbiamo raccogliere tra di noi, non che ci vengono da fuori, per prendere un immobile e farci una scuola che nessuno chiede. Doveva funzionare così secondo qualcuno di voi. Non c’è stato nessuno che ce l’ha chiesto. Però non è mica finita la pratica. Abbiamo ancora un passaggio, che è quello dell’approvazione; se in quella fase ci sarà una richiesta di fare una scuola, beh, vedremo. Però non è che funziona che in base alla raccolta di firme … Questo tema è un altro tema che dobbiamo considerare.

Sempre sul tema politico, la considerazione di Salice è: "Noi abbiamo votato contro la pratica e allora votiamo a favore della mozione". La mozione chiede una roba … Qui dice una cosa precisa: che non si è rispettata la legge. Si dice che lui è un malfattore ed io più di lui, che l’ho nominato. È questo il tema. Qui si parla in maniera chiara di una violazione di legge, di danni "per palese incompetenza e non rispetto della legge". "Deve essere rimosso perché danneggia le casse e la reputazione del Comune" questo si dice. Non è che puoi dire: "Siccome ho votato contro la pratica, voto a favore del fatto che voi siete dei farabutti". Io vorrei che ci fosse questa distinzione.

Dal punto di vista morale, io credo che questa discussione ci debba insegnare una cosa: ci deve insegnare che dobbiamo darci delle regole, ritornare ai fondamentali, ritornare ai fondamentali delle relazioni tra di noi, Giacomo, ai fondamentali, altrimenti non possiamo neanche più parlarci, salutarci. Se andiamo avanti così, finisce che non possiamo neanche più salutarci. Io non posso accettare che Tu parli male di me, dell’Amministrazione e della città, per effetto che tutti capiscono e quindi anche Tu, perché parli male della città e non succede niente … Voglio dire! Noi dobbiamo darci delle regole, ridarci delle regole, trovare la serenità, pur nella diversità di opinioni, di discutere. Non possiamo permetterci di fare questa operazione, tra l’altro dando spettacolo indecoroso all’esterno.

Io credo che non serva a nessuno alimentare la cultura del sospetto, non serva a nessuno trasformare quest’aula in aula di tribunale, perché per scagliare la prima pietra bisogna essere senza peccato. Trasformare quest’aula in un’aula di tribunale non conviene a nessuno …

- Interruzione (il consigliere D’Amo parla a microfono spento) -

Sono d’accordo con Te, Gianni.

Io credo che dobbiamo tenere alla reputazione del Consiglio Comunale come alla reputazione della città, e tutti dobbiamo fare del nostro meglio.

In conclusione, riprendendo anche quella che diceva il cardinale Tettamanzi ieri, che è anche lui si è accorto che delegittimare le istituzioni è un danno per tutti, e lo ha ribadito in un suo intervento pastorale importante: "Delegittimare le istituzioni crea insicurezza, non dà riferimento ai cittadini, delegittima una intera comunità".

Io chiedo davvero, per quello che può servire, Giacomo, di fare un passo indietro. Noi l’abbiamo subita veramente questa cosa qui, molto pesantemente, personalmente. Fare l’amministratore pubblico oggi è una sfida di suo, soprattutto ai livelli locali. Se poi dobbiamo anche passare per ladri e farabutti, Tu capisci che diventa poi inaccettabile e si ottengono reazioni forti, oltre le righe.

Io credo che tutti quanti dobbiamo fare un passo indietro, Tu per primo. Secondo me, dovrai chiedere scusa per quello che hai fatto, così come io ho fatto in alcune situazioni in cui ho sbagliato e l’ho riconosciuto davanti alla città, e penso che ci sia la possibilità per tutti di ricominciare da capo in quest’aula, che diventi più civile nelle relazioni tra noi.

 

PRESIDENTE CARINI

Grazie, Sindaco. Ho ricevuto adesso la richiesta di proseguimento della seduta del Consiglio Comunale.

Prego, consigliere Mazza.

 

CONSIGLIERE MAZZA (GRUPPO MISTO)

Voglio parlare sul ricevimento della richiesta di prosecuzione del Consiglio Comunale, voglio parlare su quello perché era un’occasione, visto che non è stato calcolato, perché se il collega Vaciago ritira la mozione penso che non ci siano più problemi e finisce qui; se il collega Vaciago non ritira la mozione, al di là dell’intervento del Sindaco, mi sembrerebbe proprio che giunga a fagiolo l’orario.

Condivido molte delle cose che ha detto il Sindaco, con molta onestà, però sono abituato anche a ragionare sulla base dei fatti. A me non sembra che nella mozione ci sia "farabutto, non farabutto", (lo puoi dedurre), quelle cose lì, etc., perché poi gli stracci sono volati anche da parte del Vice-sindaco: l’ultimo pezzo è stato un pezzo veramente stracciante, che fa il pari forse con quello di Vaciago. Lasciamo perdere se è finita in parità o meno; io prima di votare questa mozione preferirei leggermi le carte che il Vice-sindaco mi ha fatto avere e le carte che ha fatto avere il collega Vaciago.

Verrebbe a fagiolo se noi interrompessimo il Consiglio Comunale (ecco perché sono contrario alla prosecuzione), e siccome non si allungherà di molto, le dichiarazioni di voto le facessimo in una seconda …
Qui i casi sono due: o qualcuno, come dice Salice, vota a favore della mozione perché ha votato contro la pratica, io non lo voglio fare; io ho votato contro la pratica, ma per questo non discende che, automaticamente … Voglio leggerla. Mi sembrerebbe di cogliere l’occasione per dire: "La portiamo la prossima volta". Hanno diritto a una dichiarazione di voto solo i capigruppo; si tratta di allungare di 20 minuti la discussione, cercando di mantenere il clima che il Sindaco ha sottolineato poc’anzi. Ecco perché sarei contrario, malgrado il regolamento ve lo concede, a terminare la discussione stasera. Mi sembrava, al di là del concetto che il Sindaco abbia fatto e abbia un suo contenuto, un’occasione per tutti.

Io non sono abituato a dichiarare nulla se non ho letto, e, bene o male, con i miei tanti limiti, le pratiche urbanistiche le leggo. Non le capirò fino in fondo, ma certamente qualcosa capisco e su questa pratica di dubbi me ne sono venuti tanti. Non ho mai detto che sono dubbi … Tant’è che io, pur votando contro, non ho mai fatto accenno all’onestà vostra.

Gradirei che non si votasse oggi, alla luce del fatto che ognuno di noi legge … Se invece già le decisioni sono decise, io non parteciperò alla votazione perché non sono in grado di trarre delle convinzioni perfette. Ecco perché sono contrario.

 

PRESIDENTE CARINI

Come sapete, sul comma 12 possono intervenire uno a favore e uno contro. L’intervento contro c’è stato. Ne chiedo uno a favore e poi può intervenire il Sindaco.

Prego, D’Amo.

 

CONSIGLIERE D’AMO (PIACENZA COMUNE)

… Come si capisce, pur avendo poi delle differenze anche di valutazione della pratica. Lo dico perché si capisca anche tra di noi. Se uno presenta un ordine del giorno secondo cui forse si può ricavare una palestra e l’ordine del giorno passa, non è esattamente la stessa cosa che se gli danno degli sberletti sul muso e forse è tenuto a valutare anche questo in un orientamento di voto complessivo. Questo per ricordarsi.

Sono d’accordo con Mazza, volevo appoggiare la sua proposta di dire: "La chiudiamo qui e la prossima volta facciamo solo le dichiarazioni di voto per 5 minuti". Però c’è un punto, se devo prender sul serio le parole notevolmente pacate del Sindaco, che è stato l’ultimo intervento, e per questo ho chiesto a Giacomo Vaciago di lasciarmi parlare un prima di lui.

Noi dobbiamo arrivare alla prossima volta a votare questa cosa con animo sgombro e pulito e cercando di farlo nell’interesse della città … Tu, Francesco, sai benissimo che io non avrei votato questa mozione, ma non perché sono convinto della bontà della pratica. Per le cose che si sa che io penso. Io l’ho detto prima, io non chiedo le dimissioni di qualcuno per questo motivo, ma ti chiederei, nell’interesse Tuo, per la stima che dovresti avere di Te, di spendere una parola dicendo: "Forse non era il caso di tirar fuori faccende che con la pratica non c’entrano niente", della cui veridicità io non sono in grado di giudicare né interessato a farlo: non era il caso di tirarle fuori in questa sede, non serve a nessuno e basta. Io credo che se Tu potessi fare questo sforzo e cioè di dire: "La seconda parte dell’intervento che ho fatto non c’entrava…", perché in Conferenza dei Capigruppo abbiamo detto all’unanimità, 20 minuti a tutti e due, perché è una roba complessa, ma per cercare di stringere, non di allargare in direzioni sbagliate… Secondo me Tu dimostreresti di essere all’altezza di un ruolo istituzionale se ti ponessi il problema di chiedere scusa al consigliere Vaciago, a quelli che sono stati evocati o nominati e che non c’entrano in questa pratica. Poi io non voglio farti chiedere scusa a nessuno. Questa secondo me sarebbe la premessa, che lui la ritiri o non la ritiri, per chiuderla qua o per chiuderla in mezz’ora la prossima volta e riprendere il ragionamento serio, perché io non intendo non riprenderlo, sul fatto se quella pratica possa o non possa essere migliorata quando torna in approvazione. Per adesso mi spiace aver perso il tempo che sarebbe stato utile, non oggi, a fare delle osservazioni che andassero in una certa direzione invece che un’altra.

Quindi, per appoggiare – e ho finito – la richiesta di Mazza, per la quale il viatico principale sarebbe qualche parola Tua e se è possibile anche qualche parola del consigliere Vaciago, che riconsegni la prossima volta il tema di una pratica urbanistica e non altri temi. Non so se sono stato chiaro.

 

PRESIDENTE CARINI

Lo abbiamo inteso come intervento a favore, perché gli interventi possibili erano due, e quindi adesso metto in votazione il proseguimento della seduta del Consiglio Comunale. Votazione aperta.

* * *

Sono entrati i consiglieri Albasi, Pallavicini e Putzu.

È uscito il consigliere Levoni.

PRESENTI N. 39.

Nessun altro componente del Consiglio avendo chiesto di parlare al riguardo, il Presidente pone quindi in votazione la richiesta di prosecuzione della seduta oltre l’orario previsto, formulata nel corso del dibattito da un quinto dei consiglieri comunali, ed il Consiglio la APPROVA con n. 34 voti favorevoli e n. 3 voti contrari (Mazza, Piazza, Polledri).

I consiglieri Caruso e Putzu risultano presenti in aula, ma non si sono attivati per la votazione.

Il Presidente ne fa proclamazione.

* * *

 

PRESIDENTE CARINI

Il Consiglio Comunale approva la prosecuzione della seduta fino all’esaurimento del primo punto.

Prego, consigliere Vaciago, per dichiarazione di voto.

 

CONSIGLIERE VACIAGO (GRUPPO MISTO)

Grazie. Sono più preoccupato di prima, perché se controllate quello che ho detto oggi e quello che dice Cacciatore qui, vedete che le due cose non vanno d’accordo; sono il contrario. Se cliccate su "Google Sagoma", vi esce tutta la giurisprudenza che dà torto a ciò che ha detto l’Assessore.

Il problema è: ma perché la gente viene qui e dice le bugie? Il problema a quel punto non è più politico, è giudiziario. Va da sé che io ribadisco tutte le cose che ho detto oggi e vi assicuro che le cose che ci ha detto Cacciatore, non quelle mie famigliari, che è un problema mio, tutte le altre sono bugie, e dovrà dimostrare perché le dice. Perché non è vero che la giurisprudenza gli dà ragione. Avevo portato qua un pacco di sentenze. La giurisprudenza ha sempre dato torto a chi ha usato il marchingegno della ristrutturazione edilizia senza rispettare stessa sagoma e stessi volumi. "Stesso", in italiano, non vuol dire "fino a". Attenzione, la legge regionale era identico, poi ci si è resi conto che manco una finestra potevi spostare e quindi si sono adeguati alla legge nazionale "stesso".

Oggi tutta la giurisprudenza, Cassazione, Tar, etc., dice che "stesso" è "stesso", non ci sono santi. O ho ragione io, o ha ragione lui. Basta cliccare su "Sagoma" e vi tirate fuori tutte le sentenze. L’ultima ce l’ho qui, 11 gennaio, era sul "Sole", mi spiace, leggo ancora quel giornale, che dice che in Lombardia il TAR ha annullato questa pratica. Voi sapete benissimo che questa pratica non va da nessuna parte e abbiamo, stasera, aggiunto solo un problema. Perché si insiste così tanto su questa pratica? Io avevo offerto una via di uscita: ridiscutiamo. Mi è stato detto: "No, va bene così". Beh, ne prendo atto, è a verbale.

 

CONSIGLIERE TASSI (PDL)

Non voglio dilungarmi più di tanto. Noi voteremo a favore della mozione perché riteniamo politicamente di aver già esposto le motivazioni per cui eravamo contrari all’approvazione di questa pratica, già ad ottobre del 2009, facendo presente che non vi era la possibilità o non si riusciva a ricavare l’interesse pubblico, e che quindi l’Amministrazione comunale non avrebbe dovuto affrontare una operazione di questo genere.

Voglio anche precisare che il signor Sindaco deve giustamente difendere una tesi. Deve anche rendersi conto, però, signor Sindaco, che questo provvedimento non lo ha proposto al Consiglio il vice-sindaco Cacciatore, ma lo ha licenziato l’intera Giunta.

- Interruzione (il Sindaco parla a microfono spento) -

Le devo spiegare l’iter amministrativo di come avviene una pratica? Se vuole glielo spiego. Io però avrei qualcosa di più importante da fare che doverLe rispiegare l’ABC dell’iter amministrativo. È tipico da parte Sua interrompere nei momenti più importanti di una discussione, perché è giusto che Lei lo faccia, anche perché alcune sue tesi ormai stanno diventando indifendibili. Meno male che fa il Sindaco e non l’avvocato, sennò sarebbe morto di fame! Non l’avrei detta se Lei non mi avesse interrotto, ma siccome tutte le volte che io parlo Lei è solito interrompermi perché evidentemente dico qualcosa che la disturba. Vorrei semplicemente esprimere il mio concetto molto serenamente, perché sono 5- 6 ore che siamo qui a discutere questa cosa e quindi gli abbiamo dato il peso che è giusto dargli.

Voglio però precisare che l’Amministrazione comunale non ha una programmazione su quello che riguarda l’urbanistica, perché quello che l’Amministrazione ha dimostrato, sia nel Reggi 1 che nel Reggi 2, è che ha avuto delle problematiche grossissime sull’urbanistica, tant’è che si è perso il consigliere D’Amo per strada, si è perso il consigliere Miglioli, si è perso il consigliere Vaciago, ha rischiato di perdere il consigliere Piazza sempre su questa pratica urbanistica.

Al di là di questo, credo che si deve arrivare a un punto in cui ognuno fa una valutazione politica, Lei si assuma la responsabilità politica delle decisioni della sua Giunta, e poi saranno le sedi competenti a valutare quelle che sono le ipotesi eventuali di illegittimità o quant’altro, perché i processi non si fanno nella sala del Consiglio Comunale.

A me, dal punto di vista della chiarezza, mi sarebbe piaciuto di più, visto che ancora una volta il consigliere Vaciago in sede di dichiarazioni di voto ha detto che la sua tesi è esatta e che la vostra no, voi sostenete il contrario; ve lo dico dal microfono: fatevi due reciproche querele, andate davanti a un giudice e fatevi spiegare dal giudice chi ha ragione o chi ha torto, ma non fate perdere soldi all’Ente comunale, ai cittadini, per delle questioni che, sì, riguardano l’Amministrazione comunale, ma visto e considerato che qui non ci sono i documenti per procedere a una analisi attenta, bisogna rivolgersi a un giudice. Questo lo dico per non bloccare la macchina amministrativa che è già stata bloccata fin troppo. Però per fare questo dovete avere il coraggio di farvi causa, perché questo a un certo punto ai piacentini interessa fino lì. Se nessuno dei due si querela, vuol dire che comunque c’è qualcosa che non va. Grazie.

 

CONSIGLIERE MAZZA (GRUPPO MISTO)

Io ribadisco ciò che ho detto: voto contrario alla conseguenza della prosecuzione della seduta, per un motivo.

Io ero contrario alla votazione perché volevo proseguire la dichiarazione di voto, che a me sarebbe servita per togliermi qualche dubbio. Lasciamo perdere i toni, io ho detto che condivido ciò diceva il Sindaco e rimango fedele a questa condivisione, perché secondo me i toni sono stati sbagliati prima da Vaciago e sbagliati dopo dall’assessore Cacciatore. Però voglio che il Consiglio sappia che lo strumento al quale continua a ricorrere il Sindaco, "tanto poi la pratica torna", la pratica torna per eventuali osservazioni. non c’entra niente, non rimettiamo in gioco niente.

Se voi conoscete un po’ il procedimento urbanistico, sapete che dopo l’adozione c’è l’approvazione. In cosa consiste l’approvazione? Consiste nell’esaminare eventuali osservazioni che pervengono e finisce lì. Quindi non abbiamo più nessuna possibilità, salvo che la procedura giudiziaria ci consenta e ci dica: "Fermatela", di fare alcun cambiamento su questa pratica. E siccome in sede di intervento generale non trovavo l’appiglio e finalmente poi in mezzo a questo mare di carte l’ho trovato, per giustificare un attimino i miei dubbi, vi leggo cos’era successo su questa pratica, cosa che ho già citato, ma non ho spiegato bene e la voglio spiegare.

Romersi dice: "Quello che ha detto il Vice-sindaco è sacro". Secondo me ci avrà capito un decimo di quello che hai detto Tu. Io forse un ventesimo, ma voglio verificarlo. Quello che invece dice Vaciago è tutto un dramma. Secondo me ci ha capito un altro decimo. Voglio capire almeno qualche decimo in più per esprimere un giudizio. Mi sembra anche coerente con la mia coscienza, non avendo fatto il teorema a cui si riferiva D’Amo o Salice, che diceva: "Siccome ho votato contro, voto a favore della mozione".

Vi espongo questo dubbio, ascoltalo Romersi. Tu non l’hai letta la pratica, leggi almeno questi pezzettino. Hai risolto il problema, non leggendolo la maggioranza risolve tutti i problemi. Dice: "Voto perché ho fede in Reggi". Va bene, la fede è una cosa seria.

Quando il 22 ottobre gli uffici rispondo all’immobiliare Campo della Fiera, sul parere preliminare dicono: "Con riferimento alla documentazione relativa al parere preliminare pervenuta in data 21 luglio 2008", sostitutiva di quella precedentemente trasmessa il 14 aprile 2008, si ritiene opportuno manifestare quanto già espresso verbalmente nei numerosi incontri avvenuti, sia con la proprietà che con i progettisti. Questo è grave. Si presenta una richiesta di parere preliminare già in aprile, poi probabilmente qualcuno gli ha detto: "Guarda che non andava mica bene, devi rifare il progetto". Allora rifacciamo il progetto e questo progetto è nato insieme a colloqui interni. Vice-sindaco, hai partecipato anche Tu a questi incontri? Avete parlato anche del vincolo che c’era sulla pratica? Ma queste non sono mica tanto cose banali! Potranno ingenerare un dubbio in qualcuno che è in buona fede questi percorsi o no? Probabilmente a loro non ingenerano dubbi, a me sì.

Sulle pratiche urbanistiche il Sindaco ha fatto un volo dicendo: "Sono due o tre". Ha dimenticato via Garibaldi, ma gliela ricordo io. Sono tre pratiche pesanti. Su queste cose gli uffici non sono mica tenuti a tenere questi rapporti "non va bene un progetto, ne rifai un altro". La parte politica era rappresentata da Te; c’eri in questi incontri? E se questi incontri sono avvenuti, secondo Te è un sintomo di trasparenza di questa Amministrazione? Secondo me è una sintesi negativa su questa procedura della pratica.

Io non ho ancora le idee chiare su cosa è successo. Non parteciperò alla votazione perché non mi sembra corretto votare una mozione dove ho ancora dubbi maturati su ciò che ha detto Vaciago e altrettanti dubbi maturati su quello che ha risposto il Vice-sindaco. Grazie.

 

CONSIGLIERE POLLEDRI (LEGA NORD)

Che non si sia scritto una gran bella pagina di Piacenza, su questo sono assolutamente d’accordo. C’era una via d’uscita: o di rimandare, o di ritornare dopo un aggiornamento con la pratica, poteva essere una fase intelligente di composizione. Si è voluto andare al voto, probabilmente per la paura che poi sul giornale andasse due volte. Non credo si siano fugati tutti i dubbi. Non credo sia giusto neanche dubitare eccessivamente, però la discussione, con tutta la buona volontà, non ci ha portato argomenti per poter fare l’atto di fede di Romersi. Credo che ci saranno altri punti in cui si discuterà di questa pratica amministrativa, per questo valeva la pena rimandare; in qualche altra sede salterà fuori la discussione. Se si rimandava, magari si dava un parere esterno, un Giurì d’onore, non lo so. Di solito se c’è una contrapposizione anche personale così forte, altri nominano un Giurì d’onore. Poi non è solamente una cosa personale, mi sembra ci siano degli interrogativi importanti. Si è voluto fare una prova di forza, cioè maggioranza compatta contro l’eretico e minoranza che in qualche modo non può sposare delle argomentazioni portate dall’Assessore, né può permettersi di dargli un paracadute che forse la sua Giunta (solamente in ultimo il Sindaco) non gli ha dato.

 

CONSIGLIERE CISINI (PD)

Se le cose fossero state, negli ultimi tre mesi, una diatriba sul concetto di sagoma, sulla filosofia di intervento quale espresso fino adesso, non si sarebbero create situazioni di imbarazzo, fino ad arrivare a qualche volgarità, ma soprattutto non si sarebbe infangato il nome di Piacenza a livello nazionale.

Parlare di urbanistica è complesso, non si impara leggendo il piano regolatore, non si impara leggendo le leggi; è una cosa diversa. Probabilmente si impara facendola. Ed è molto difficile farsi consigliare, su questa pratica e in generale sulle pratiche, senza degli approfondimenti che spesso e volentieri sono assolutamente necessari e rigorosi.

Io non lo so se si è scritto una bella pagina o una brutta pagina. Io credo che sull’onestà delle persone possiamo concordare. Poi non ho sicuramente la capacità di riuscire a convincere chi non si vuol convincere sul fatto che una pratica vada bene o vada male, soprattutto quando le pratiche hanno valenza come questo. Nessuno ha toccato, per esempio nell’interesse collettivo, che stiamo parlando di un edificio contestato da tutti da 30 anni, 40 anni, riconosciuto quale obbrobrio dal mondo culturale piacentino, probabilmente non da tutti e non mi aspetto che tutti mi seguano, ma non credo che molti lo possano riconoscere allo stato delle cose quale un intervento di pregio di fronte al Farnese, al punto che, anche se non dovuto, l’Amministrazione chiede un parere alla Soprintendenza. Questo è un segnale importante, significa che siamo cresciuti, che c’è attenzione da questo punto di vista anche quando non è richiesto.

Molto facile, però, puntare il dito sull’interesse privato. È materia che si presta, che ha appeal e soprattutto raggiunge elementi più deboli, perché quando si parla di mattoni è facile pensare all’interesse.

Io credo che questa pratica, ancorché ci saranno tutti gli approfondimenti del caso e io ritengo sia corretta dal punto di vista urbanistico e non l’avrei votata se non lo ritenessi, rappresenti qualcosa in più e un valore aggiunto a quello che è stato l’Amministrazione Reggi. È una ciliegina sulla torta, difficile da mandar giù. Nessuno di noi avrebbe pensato di poter arrivare, nell’ambito di un mandato o di un doppio mandato amministrativo, a discutere di quell’edificio e a trovarne soluzione. Tutti stanno parlando di un utilizzo scolastico, ma quell’edificio non ha gli standard per essere adibito a scuola, sicuramente non a istituto superiore, e chi conosce la materia sa benissimo che è così.

Il percorso relativo alle acquisizioni, ancorché a un organo politico, possono interessare fino a un certo punto, ma devono essere sgombre. Normalmente, è buona regola quando si valuta un progetto, non guardare nemmeno chi ci ha messo il timbro. È la regola principale, deontologica, e chi fa un certo tipo di lavoro si comporta così, e chi non lo fa si ferma al rasoterra. Non so chi potrà ripagarci della cattiva immagine che abbiamo dato all’esterno: Piacenza = Alcamo. Ma sicuramente questa diatriba giornalistica doveva aver fine in questo giorno.

Il voto è evidentemente contrario.

 

CONSIGLIERE FRONTINI (PIACENZA LIBERA)

Per le medesime ragioni illustrate dal collega Mazza, anche come gruppo di Piacenza Libera non parteciperemo alla votazione, premesso che, con alcuni distinguo doverosi, il primo dei quali … Una cosa che non condivido,né nell’intervento del Sindaco, né nell’intervento di Cisini, è inutile che continuiamo a dire che in questa storia ci ha fatto brutta figura la città di Piacenza; no, ci ha fatto brutta figura l’Amministrazione comunale. Punto.

 

CONSIGLIERE D’AMO (PIACENZA COMUNE)

Io pensavo che oggi sarei intervenuto sul tema delle dimissioni in politica, cioè non avrei voluto parlare della pratica.

Come ci si è accorti, la seconda parte della relazione di Cacciatore mi ha veramente sbilanciato. Mi fa impressione che questa cosa abbia avuto così poco peso nella discussione in questo Consiglio. Dico quello che non ho potuto dire prima pur grattando dei minuti, per cui chiedo ancora scusa al Presidente e ai colleghi. Noi dobbiamo smetterla di andare avanti come se fossimo dei bambini piccoli.

Pierangelo Romersi, questa storia che nessuno ruba le caramelle deve finire, è questa storia delle caramelle che deve finire. L’onestà di cui si parla o la trasparenza di cui si parla in politica non è le caramelle; è il problema se noi riusciamo a limitare un po’ la zona delle balle, a cominciare da quelle che posso dire io; io spero di non dirne mai neanche una; un po’ di omissione, un po’ nascondere le cose qualche rara volta. Facciamo un esempio concreto. Il collega Cisini vuoi che non ne sappia di urbanistica più di me? Fa quel mestiere lì, si occupa di architettura e di urbanistica. Cosa ci ha detto? Una cosa che è importante: "C’è un parere della Soprintendenza, favorevole a quel progetto lì". A me piace a vista quel progetto lì, ma non lo dico mai io queste cose. Vi faccio una domanda: ma secondo voi quello che c’è, che a me a vista non piace, ma io non ne ho mai fatto questa questione, è venuto su col parere contrario della Sovrintendenza? Ma secondo voi? Qui sta il problema, non sono le caramelle! Che sembra che questo abbia il parere favorevole della Sovrintendenza e quella là no.

- Interruzione (il consigliere Cisini parla a microfono spento) -

Ho capito, Giorgio, ma quello che capisce uno è "quello là è venuto su senza il parere della Sovrintendenza". No. Io non ho il mito della Sovrintendenza, ma ovviamente anche per quello là ci sarà un parere favorevole della Sovrintendenza, a maggior ragione.

Allora, Giorgio ha rubato un pacchetto di caramelle? No, però dipende da come dici le cose. No cosa, dottor Romersi? Cioè, l’ex Enel davanti a Palazzo Farnese è venuto su senza un parere della Sovrintendenza? Cioè, lì sotto ci sono dei reperti archeologici importantissimi e non c’è un parere… Io non ho avuto il tempo di andarci a vedere, ma sono sicuro che c’è… E lì non c’è un parere della Sovrintendenza? Perché rimanga agli atti: il consigliere Romersi è sicuro che sia venuto su un edificio a fianco del Palazzo Farnese, a fianco al Liceo Classico, con sotto il meglio dell’archeologia romana di Piacenza, senza che la Sovrintendenza abbia scritto una riga. Io credo che ci sia. Non l’ho cercato e non l’ho trovato, ma credo che ci sia. Questo è il tema. Quando si dice: "Per fare il bene della città", vorrei ben vedere! Io spero che nessuno abbia il dubbio che io sono qui per cercare di fare il bene della città. Ma su cosa si discute? Come si fa a fare il bene della città, questo è il problema, e su questo bisognerebbe discutere. Chi decide cosa sia il bene della città…Ho già sentito il clima, mi dispiace che sia così, ma va bene.

E’ stato approvato un ordine del giorno che dice: "Proviamo a vedere se si può fare una palestra". E Cisini dice: "E’ una struttura che non va bene", io non lo so. Dalle informazioni che ho io è una struttura stupenda quella lì, dal punto di vista di come è stata realizzata e utilizzata all’interno. Me lo ha detto un ingegnere, non un architetto. Cioè tecnologicamente molto avanzata. Riferisco, perché non lo so e non me intendo. Non lo so se non si poteva adattare a scuola. Il tema è un altro. Quando il Sindaco dice: "Noi non abbiamo ricevuto nessuna richiesta", io dico: "C’è scritto nel PRG 1,5, cioè 150.000 metri quadri di attrezzature scolastiche per le scuole medie-superiori", ci sono o non ci sono? E perché lo dico qui e parlo di politica, non di carte sotterranee? Ma perché un’Amministrazione che abbia un po’ di buonsenso, in cui mi colloco anch’io, dico Amministrazione in generale, capisce che è finito il decremento demografico dal punto di vista scolastico e che ricomincia una fase di incremento e che bisogna prepararsi perché, se le cose vanno come desidero io, anche i poveri forse faranno il liceo e le scuole medie superiori e non solo le professionali, e non solo i poveri nativi ma anche quelli che vengono da altri mondi.

Mi sono già espresso sulla dialettica che c’è tra esame critico delle pratiche e richiesta di ritiro delle deleghe o di dimissioni; nel modo in cui si conclude il dispositivo della mozione presentata dal consigliere Vaciago io non mi ritrovo. Quindi non partecipo al voto.

Mi dispiace non aver potuto essere più chiaro su questo punto che sarebbe stato utile a tutti, ma devo dire che non mi ha positivamente colpito la seconda parte dell’intervento dell’assessore Cacciatore, come ho già detto. Spero si riapra la discussione in fase di approvazione, anche se so che sarà molto difficile.

 

CONSIGLIERE PALLAVICINI (RIFONDAZIONE COMUNISTA)

Non volevo neanche intervenire perché mi sembrava di aver detto nel mio intervento, però mi è piaciuto l’intervento del consigliere D’Amo. Penso che sarebbe bello affrontare in quest’aula temi di politica, intesa come spiegava il consigliere D’Amo.

In questo senso rinnovo per l’ennesima volta, come d’altra parte mi è sembrato che dicesse anche lui e come avevano detto la volta scorsa i consiglieri Rocchi e Piroli, cerchiamo di fare davvero tutto il possibile per vedere se una soluzione lì si può trovare, anche se la competenza – lo ricordo ancora una volta- la competenza sarebbe della Provincia. Se non lo fanno i diretti interessati, proviamo a farlo noi di dargli una tirata per la giacca, perché una soluzione prima o dopo si dovrà trovare per quel problema lì.

Detto questo, mi sembra chiaro che, piacendomi parlare di politica, in questo senso e non altri sensi, sotterfugi, accuse o richieste di ritiro di deleghe, voterò contro la mozione.

 

CONSIGLIERE PIAZZA (PER PIACENZA CON REGGI)

Siccome sono stato citato qualche volta perché io non ho votato questa pratica, allora ci tengo a chiarire il perché non voterò la mozione di Vaciago, e molto brevemente dico perché sono due cose diverse.

Io sono ancora contrario a come è stata portata avanti la pratica del Palazzo Enel, però non credo assolutamente che, né il Sindaco, né il Vice-sindaco, siano due persone disoneste. Sono due cose diverse. Se i pensassi che il mio Sindaco e Vice-sindaco siano persone disoneste, non aspetterei le loro dimissioni, ma mi dimetterei io.

 

PRESIDENTE CARINI

Se non ci sono altre dichiarazioni di voto, possiamo passare alla votazione della mozione Vaciago. Votazione aperta.

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PRESENTI N. 39.

Nessun altro componente del Consiglio avendo chiesto di parlare al riguardo, il Presidente pone quindi in votazione la mozione (allegata al presente verbale) presentata dal consigliere comunale Giacomo Vaciago (

Gruppo Misto), ed il Consiglio Comunale la RESPINGE con n. 11 voti favorevoli e n. 24 voti contrari.

I consiglieri D’Amo, Frontini e Mazza non partecipano alla votazione.

Il consigliere Ceccarelli risulta presente in aula, ma non si è attivato per la votazione.

Il Presidente proclama l’esito della votazione.

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La seduta termina alle ore 20,30.

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